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“È con grande rammarico che desideriamo formalmente rassegnare le nostre irrevocabili dimissioni dal Partito Sardo d'Azione”.
Attraverso una nota stampa, Piero Maieli e Gianni Chessa annunciano le proprie dimissioni dal Psd’Az.
“La decisione, seppur ponderata a lungo, riteniamo sia inevitabilmente condizionata della crisi democratica che da troppo tempo attraversa un partito sempre più carente di idee, di proposte concrete per il futuro della Sardegna. Un partito che, invece di costruire, distrugge”.
“Negli ultimi tempi abbiamo osservato, con crescente preoccupazione – prosegue la nota - l’assoluta distanza tra la “guida” del nostro partito e il popolo sardo, popolo che siamo fieri di rappresentare ancora una volta in seno al Consiglio Regionale. Preme evidenziare che, l’appena riconfermato segretario si collochi in una posizione nettamente distante dalle vere esigenze, ansie e aspirazioni del Popolo Sardo, preferendo invece mantenere uno status quo che probabilmente mira solamente a preservare i propri interessi personali”.
“Il distacco della dirigenza dalle reali esigenze della nazione Sarda, si riflette chiaramente nelle politiche e nelle decisioni adottate – spiegano ancora i due consiglieri nella nota - che spesso sembrano essere dettate da considerazioni di natura personale invece che da una genuina volontà di servire gli interessi della Sardegna. La mancanza di connessione con la base dei Sardisti e la realtà quotidiana dei cittadini ha indebolito drasticamente il nostro partito, minando la sua legittimità e la sua capacità di rappresentare autenticamente il popolo sardo”.
“Preme sottolineare che, nel corso della legislatura appena conclusa, l’allora presidente della Regione e segretario del Partito ha riunito la maggioranza in appena due occasioni e ha preso parte solamente a cinque incontri del gruppo consiliare – spiegano Maieli e Chessa - I recenti risultati elettorali hanno portato a dimezzare i consensi, registrando, altresì, una continua fuga di amministratori e iscritti dalle fila del Partito Sardo d’Azione. L’incapacità di ascoltare, comprendere e rispondere alle esigenze dei sardi e dei sardisti ha alimentato un senso diffuso di alienazione, impotenza e disaffezione verso il Partito Sardo d’Azione”.
“Un passo indietro da parte del segretario e del presidente, all’ultimo Congresso, sarebbero stati un gradito segnale verso i sardi riconoscendo così gli errori commessi, affrontando gli evidenti problemi in modo coraggioso e determinato al fine di ristabilire quel legame autentico e significativo con il popolo sardo. In qualità di iscritti, di Consiglieri Regionali, ma anche di semplici cittadini, rieletti, per la seconda legislatura consecutiva, duole prendere questa decisione – prosegue la nota -. Tuttavia, crediamo fermamente che, sia necessario dare voce e sfogo alla nostra delusione, nonché rispettare tutti i cittadini che in questi anni ci hanno dato fiducia e hanno sempre creduto in noi, nei nostri valori, nella nostra azione politica e amministrativa. Desideriamo ringraziare tutti coloro che abbiamo avuto il privilegio di incontrare all'interno del glorioso Partito Sardo d'Azione. Portando sempre nel cuore il desiderio ardente di vedere una Sardegna migliore, più prospera, più giusta per le future generazioni. Auspichiamo, tuttavia, che le nostre dimissioni e riflessioni possano servire da stimolo per un profondo processo di cambiamento e trasformazione all'interno del Partito, perché lo stesso possa in futuro ritrovare la credibilità che al momento, agli occhi di molti sardi, appare inesorabilmente perduta”, concludono Maieli e Chessa.