“Per la tutela della salute dei sardi non avremmo mai potuto accettare un Patto al ribasso, che non garantisse adeguati livelli di efficienza dei servizi. Abbiamo tenuto sempre una posizione chiara, improntata alla massima attenzione verso i malati, e alla fine le nostre richieste più importanti sono state ascoltate e recepite. Si è raggiunto così un accordo che riafferma il ruolo e l’autonomia delle Regioni e, in un quadro nazionale, rappresenta un contributo alla crescita di un sistema sanitario moderno”. 

A dichiararlo è stato il presidente della Regione, Christian Solinas dopo l’intesa raggiunta, oggi a Roma, sul Patto per la salute.

“Le nostre sono proposte di buon senso, che hanno trovato il favore della maggior parte delle Regioni – sottolinea l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu - Abbiamo mostrato fermezza davanti all’ipotesi di un’intesa che non tenesse conto dei bisogni dei territori e la nuova formulazione del Patto dimostra che non ci sbagliavamo. Per rispondere alla carenza di personale abbiamo chiesto che i medici possano continuare a lavorare sino ai settant’anni d’età, anche dopo aver raggiunto i quarant’anni di contribuzione, e proposto l’impiego degli specializzandi nei reparti ospedalieri a partire dal terzo anno. Abbiamo ottenuto un impegno preciso anche per la revisione del Dm 70, che stabilisce standard e criteri troppo rigidi per la sopravvivenza dei servizi sanitari, senza considerare le esigenze e le peculiarità del territorio”.