'Gender equality', un "giusto mix" di "rinnovamento e competenze", qualche vecchia conoscenza ma anche tanti volti nuovi, una quota di esterni. In uno slogan, "saremo un problema per la Meloni". Elly Schlein ha annunciato su Instagram la nuova segreteria del Pd: 21 componenti indicati dalla segretaria cui si aggiungono i componenti di diritto, gli invitati permanenti e alcune figure 'chiave' vicine alla leader.

"Siamo andati un po' lunghi, prometto che faremo una conferenza stampa per entrare nel merito", ha promesso Schlein annunciando: "Ora stacco per un po', vengo da mesi complicati sia professionalmente che per la vita privata". Forse un segno del fatto che comporre il puzzle del board del Nazareno, definito a più di un mese dalle primarie, non è stato semplice. Solo questa mattina, dopo un ok di massima di ieri e dopo una "discussione franca" via zoom con la sua area, Stefano Bonaccini è riuscito a "ricomporre gli animi" per arrivare al via libera della minoranza alla "gestione unitaria".

La segreteria è "una squadra solida, costruita su rinnovamento, apertura, competenze specifiche che abbiamo al nostro interno e guardando all'esterno", ha detto con orgoglio la segretaria nel corso della breve diretta su Ig, per poi aggiungere: "Una squadra di grande qualità se confrontata con chi è al governo del Paese e che sfideremo su ognuno di questi terreni. Continueremo a voler essere un problema per il governo di Giorgia Meloni".

Nella nuova segreteria, equamente divisa tra uomini e donne e ispirata alla "gestione unitaria", ci sono molti volti noti e alcuni ritorni. Tra gli altri: Alessandro Alfieri (Riforme/ Pnnr), Marco Furfaro (Iniziativa politica), Pier Francesco Majorino (Migranti/Casa), Antonio Misiani (Economia), Peppe Provenzano (Esteri), Marco Sarracino (Coesione/Sud), Marina Sereni (Salute), Debora Serracchiani (Giustizia), Alessandro Zan (Diritti).

Spazio anche agli esterni, come il neo iscritto e ex senatore Sandro Ruotolo (Informazione) o gli esponenti di Articolo 1 Alfredo D'attorre (Università) e Maria Cecilia Guerra (Lavoro). Mentre a ben rappresentare l'idea del 'nuovo Pd' si può indicare Marwa Mahmoud (Partecipazione e Formazione), consigliera comunale dem a Reggio Emilia. Ma anche Stefani Bonaldi, avvocata e ex sindaca di Crema (Pa).

Discorso a parte, anche per il ruolo delicato che vanno a ricoprire, meritano alcune 'new entry' ai vertici del Nazareno. Schlein ha indicato come capo della segreteria il suo 'braccio destro' Giovanni Gaspare Righi (il portavoce Flavio Alivernini ha invece avuto anche la delega alla Comunicazione). Righi (36 anni, di San Giovanni in Persiceto) è da anni al fianco della Schlein, anche nell'esperienza a Bruxelles. Ideatore della maglietta 'Siamo più di 101' consegnata a Romano Prodi ai tempi di 'Occupy Pd', Righi è stato tra l'altro animatore di 'Coraggiosa', il progetto politico della segretaria dem nel periodo in cui era fuori dal Pd.

E proprio da 'Coraggiosa' viene anche Igor Taruffi (Organizzazione): 43 anni, assessore al Welfare in Emilia Romagna. Ex Prc e ex dirigenti di SI, Taruffi ha ereditato il posto nella Giunta Bonaccini proprio dalla Schlein. Dall'Emilia arriva anche Davide Baruffi (Enti locali), già definito i "braccio destro e sinistro" di Stefano Bonaccini, ex deputato Pd e attuale sottosegretario alla presidenza della Giunta emiliana.

Un volto nuovo anche nel fondamentale ruolo di Coordinatore della segreteria: Marta Bonafoni, consigliera regionale nel Lazio per la Civica D'Amato, giornalista, attivista da sempre schierata in difesa dei diritti: "Ma ho anche la delega su Terzo settore e associazionismo, che sono importantissimi. Sono contenta, sto rispondendo a decine e decine di messaggi. Ma non parlo, ho promesso per ora di non dire nulla. Non mancheranno occasioni", spiega all'Adnkronos.

Ma i confini dei nuovi vertici del Pd non si esauriscono qui. "Faremo altre scelte per costruire il quadro dell'unico partito non personale e per valorizzare le competenze interne", ha chiarito subito la Schlein. Qualche malumore tra chi è rimasto fuori, infatti, serpeggia nel partito. Non c'è, in questa tornata di nomine, Pina Picierno, data per sicura alla vigilia: "Leggo sui giornali di possibili veti sul mio nome, ma sono dinamiche che non mi interessano", ha detto la vice presidente del Parlamento Ue. Ma "ci saranno ulteriori strutture, Dipartimenti tematici su temi specifici", ha promesso la segretaria. Per ora Mauro Berruto è andato allo Sport, Annarosa Pesole alla Transizione digitale, Iacopo Melio alll'Inclusione. Mentre Matteo Lepore e Nicola Irto dovrebbero essere indicati, rispettivamente, coordinatore dei sindaci e dei segretari regionali.