"Non ci sono novità, si sta ultimando in queste ore il riconteggio dei voti e immagino che entro domani arriverà l'annuncio definitivo del nome del nuovo segretario. Nei prossimi giorni fisseremo una conferenza stampa". E' sintetico il commento di Piero Comandini in merito a quanto sta accadendo in queste ore in casa Pd in Sardegna.

L'esito dei voti espressi dagli elettori dem nell'ambito delle primarie per la segreteria regionale del partito, che vedevano il consigliere regionale cagliaritano sfidare il collega gallurese Giuseppe Meloni, non è ancora ufficiale a causa dell'ormai noto "pasticcio" di Quartu.

Lo spoglio del 26 febbraio nei seggi della città dell'hinterland cagliaritano, infatti, è stato congelato per alcune ore in seguito a presunte irregolarità. I sostenitori di Comandini denunciava il possibile inquinamento del voto a opera di elettori del centrodestra intervenuti nelle urne. La denuncia è stata poi rigettata dalla commissione regionale per il congresso e lo scrutinio si è concluso ieri, 28 febbraio, in tarda serata.

Stando a quanto emerso, Comandini avrebbe avuto la meglio con un vantaggio di misura. Giuseppe Meloni, infatti, ha ottenuto oltre tremila voti in più, ma due delegati in meno all'assemblea regionale che indicherà il nome del nuovo segretario: su 130 componenti, 66 sarebbero per Comandini e 64 per Meloni con uno scarto di due soli rappresentanti. 

In attesa della conferma definitiva, Giuseppe Meloni non nasconde la sua disapprovazione per come è stata gestita la vicenda. "A prescindere da come andrà a finire, quanto accaduto a Quartu è stata una farsa", ha denunciato stamattina intervistato da Sardegna Live.

"Avrebbero fatto più bella figura se non avessero tenuto per due giorni le primarie ferme per delle dinamiche incomprensibili - ha aggiunto Meloni -. Non c’è stata alcuna irregolarità dal momento che le primarie erano aperte. Probabilmente qualcuno aveva timore del risultato di Quartu che si prevedeva a mio favore, come poi è stato confermato dai risultati. E' mancato il rispetto per il partito e per gli elettori”.