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Roma, 31 mar. (Adnkronos) - "Tutti vogliamo che l’Italia superi la prova del Pnrr. Se saltano i progetti sfuma il più grande piano di investimenti pubblici dal dopoguerra, insieme a crescita, innovazione, posti di lavoro e reti sociali, oltre a dover restituire i fondi all’Europa: sarebbe una sconfitta per il Paese prima ancora che per il Governo. Noi vogliamo dare una mano, ma il Governo cosa sta facendo?". Così Stefano Bonaccini su Fb.
"Dal giorno in cui si è insediato, ho chiesto di aprire un tavolo di confronto con Regioni, Comuni, enti locali e parti sociali, sindacati e imprese: perché il caro energia, l'impennata dei prezzi e la difficoltà di portare avanti i cantieri era già sotto gli occhi di tutti. E non è accettabile che la soluzione sia quella di sostituire le risorse del Pnrr con quelle dei fondi strutturali europei o con gli Fsc".
"Vorrebbe dire mettere le mani su fondi affidati alle Regioni e, tralasciando il tema delle prerogative, che pure esiste, si aprirebbe una questione di sostanza: la mia Regione, infatti, sa programmare e spendere i fondi europei e quelli nazionali, mentre – con tutto il rispetto - il Governo molto meno. Basta guardare i numeri: i ministeri sono ancora alle prese con i Piani operativi nazionali (PON) 2014-2021, mentre l’Emilia-Romagna entro giugno avrà già assegnato un terzo dei fondi europei della nuova programmazione, 2021-2027! Lo stesso coi nuovi fondi Fsc il ministro Fitto ci aveva garantito che entro febbraio sarebbero stati ripartiti, ma nulla si è mosso".
"Noi non siamo abituati a lavorare così. La settimana scorsa abbiamo riunito il Patto per il lavoro e per il clima e abbiamo già presentato tutti i bandi che usciranno nel prossimo trimestre, condivisi con l’intero sistema regionale (Enti locali, imprese, sindacati): se ti muovi così il sistema sa dove vuoi andare e quali opportunità può cogliere, navigare a vista o in perenne emergenza è invece il contrario della programmazione. E si arretra, non si va avanti", conclude Bonaccini.