PHOTO
Non accenna a esaurirsi la contrapposizione fra le parti politiche e sociali in merito alla questione rinnovabili. A Cagliari, i lavori del Consiglio regionale procedono in un clima di polemica alimentato anche dai sit-in dei comitati anti-speculazione.
Il 15 novembre, il Consiglio di Stato ha sospeso in via cautelare un passaggio del decreto ministeriale relativo proprio alle aree idonee e risalente al 2021. I giudici hanno stabilito che le Regioni non possono definire le aree idonee in senso più restrittivo rispetto a quanto stabilito fino al giudizio di merito. La questione è rimandata al 5 febbraio 2025, quando è in programma l’udienza davanti al Tar Lazio dei ricorsi pendenti, tra cui quello del gruppo industriale Erg. La decisione del Consiglio di Stato è arrivata in seguito ai ricorsi presentati da alcune aziende del settore rinnovabile nel timore che i limiti imposti dalle Regioni rallentino lo sviluppo di nuovi progetti energetici.
Quella di Fausto Piga, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale, è una delle voci più critiche in merito all'operato della Giunta Todde. L'esponente del centrodestra sostiene con forza le ragioni dei 211mila sardi che hanno sottoscritto il progetto di legge di iniziativa popolare Pratobello '24. Lo abbiamo intervistato.
Qual è lo stato delle cose a questo punto?
La maggioranza, sostenendo il Dl Aree Idonee, ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare, non solo nei contenuti della proposta di legge, ma anche nei metodi e nei modi. Vi è una legge di iniziativa popolare, la Pratobello ‘24, sottoscritta da oltre 210mila sardi. Sarebbe stata cosa buona e giusta se i due testi avessero viaggiato insieme, ma questo è stato negato a priori. Il clima politico è pesante. Doveva essere la battaglia di tutti i sardi contro la speculazione selvaggia, ma questa maggioranza l'ha trasformata in una battaglia che ha diviso tutti. Non ascoltare 210mila persone è stato un gesto poco democratico e offensivo.
Il clima è davvero esasperato.
Il partito di Alessandra Todde, il Movimento 5 Stelle, ha fatto del coinvolgimento della base e della democrazia partecipata il suo cavallo di battaglia. Oggi si rimangiano anni e anni di opposizione con tutti i buoni propositi dell'ascolto e della condivisione. Vanno avanti come un treno senza ascoltare nessuno in un percorso totalmente solitario che purtroppo non darà gli effetti speranti. La legge Aree Idonee è ad alto rischio di incostituzionalità e probabilmente verrà impugnata.
Come inciderà l'intervento del Consiglio di Stato sull'iter previsto in Consiglio regionale?
C'è chi dice che questa ordinanza del Consiglio di Stato potrebbe mettere ulteriormente a rischio la legittimità della norma. I consulenti della maggioranza, invece, sostengono che non cambierà nulla. La verità è che, se la Legge 5 è a rischio incostituzionalità, il Dl 45, avendo la medesima impostazione, è presumibilmente altrettanto impugnabile. Il sospetto è che Todde e la sua Giunta vogliano giocare sul messaggio che il Governo (di diverso colore dal loro) boccerà la legge come scelta politica fine a sé stessa. Se le leggi vengono impugnate non è in base alla simpatia , ma a partire da incongruenze giuridiche che ne determinano l’incostituzionalità. La sinistra e i grillini non possono citare la Costituzione solo quando fa comodo.
In attesa dell'esito giudiziario, i lavori del Consiglio procedono e sono giorni di accesi dibattiti. Siete in contatto con i comitati che sostengono la legge Pratobello?
In realtà non abbiamo un dialogo diretto con loro, ma ribadiamo il dovere della politica di ascoltare tutti. La sottoscrizione Pratobello è nata dai sindaci, dai territori e dai cittadini comuni. Un movimento civico, non politico. Il fatto che non lo si ascolti è un errore imperdonabile e un atteggiamento di superficialità inaudita.
Cosa sta accadendo in Aula di preciso in queste ore?
Il lavoro sta procedendo molto a rilento, perché noi dell'opposizione stiamo provando a fare ostruzione per guadagnare tempo. Un minuto in più che si passa in seduta è un minuto a disposizione per far riflettere questa maggioranza e provare a riavviare il nastro e rimettere questa battaglia nei binari giusti. Deve essere la battaglia di tutti i sardi e non soltanto una battaglia ideologica della presidente Todde.