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Questa mattina è iniziata la XVIII legislatura. Ma a Palazzo Madama e Montecitorio è fumata nera al termine della prima votazione per eleggere il presidente del Senato e della Camera dei Deputati. Nessun accordo fra le forze politiche e le trattative per trovare una soluzione proseguono a ritmi serrati.
Giorgio Napolitanoha aperto la seduta a Palazzo Madama. Secondo il presidente emerito della Repubblica, col voto del 4 marzo c'è stato "un vero e proprio spartiacque. Gli elettori hanno premiato straordinariamente le formazioni politiche che hanno espresso posizioni di vera e propria rottura rispetto al passato, a dimostrazione di quanto poco avesse convinto l'autoesaltazione dei risultati ottenuti negli ultimi anni da governi e partiti di maggioranza".
Napolitano ha sottolineato anche le difficoltà che "nascono dal dato obbiettivo che nessuna delle forze premiate dagli elettori ha conquistato la maggioranza assoluta dei seggi nelle due Camere", ma ha insistito sul fatto che "occorre comunque corrispondere alle scelte del corpo elettorale e delineare la strada per il prossimo futuro del Paese. E alcuni elementi possono concorrere ad allargare l'orizzonte".
"Per aprire, nell'attuale scenario, nuove prospettive al Paese - ha aggiunto - sono nello stesso momento essenziali il rispetto della volontà popolare e il rispetto delle prerogative del Presidente della Repubblica, al quale rivolgo a nome di voi tutti l'espressione calorosa della nostra stima e fiducia".
A Montecitorio, invece, ha aperto la giornata il presidente provvisorio della Camera Roberto Giachetti. "La campagna elettorale è finita, si apre oggi un'altra fase - ha detto l’esponente del Pd-. La prima azione da compiere è parlare una lingua di verità. Ebbene, la prima verità che dobbiamo rivelarci riguarda la complicità di parte di noi nella mortificazione delle istituzioni. Bisogna quindi accrescere la consapevolezza del compito cui siamo chiamati, intervenendo sul nostro comportamento".
Centrodestra e pentastellati, nei giorni scorsi, hanno tentato di trovare una convergenza sull’elezione di Roberto Fico (M5s) alla presidenza della Camera e Paolo Romani (Fi) alla presidenza del Senato, ma l’intesa ieri è saltata. Così i gruppi politici al voto hanno espresso l’intenzione di votare scheda bianca
Alla Camera, dunque, si son contate al termine degli spoglio 592 schede bianche, 18 nulle, e una manciata di voti a deputati di vari gruppi. Al Senato, invece, 312 le schede bianche più voti sparsi a vari Senatori.
E' in corso ora la seconda votazione alla Camera.