"Portare via un'urna elettorale dal seggio è giuridicamente, oltre che politicamente, inaccettabile, ed è incredibile che la commissione regionale per il congresso (come farebbe per analogia la Prefettura) non abbia proceduto nella serata di ieri allo spoglio e ora lo rinvii addirittura a martedì pomeriggio". Il comitato elettorale di Giuseppe Meloni esprime profondo disappunto dopo lo stallo sugli esiti del voto alle primarie per la scelta del nuovo segretario del Pd sardo.

In mattinata era stato lo stesso Meloni a confermare all'ANSA l'irritazione per lo stop allo spoglio dei circa 1.700 voti di Quartu Sant'Elena per un presunto rischio di inquinamento del voto da parte di rappresentanti del centrodestra.

"Abbiamo scritto alla commissione nazionale per il congresso perché si proceda senza ulteriori ritardi allo spoglio - comunica il portavoce del comitato Alessandro Cossu -. Lo spoglio va fatto senza remore, dopodiché si possono fare tutte le verifiche e controlli come si fanno nelle elezioni ordinarie".

"La nostra convinzione è che non si buttano a mare le primarie quando non vanno come piace e non si mettono in discussione per ottenere una vittoria - conclude Cossu -. Al contrario vanno protette e preservate come valore fondante del Pd".

Sullo stallo prende posizione anche l'ala popolare del partito, che si era tenuta fuori dalla competizione dopo la scelta di Meloni come candidato alla segreteria al posto del giovane Federico Porcu. Cesare Moriconi, consigliere regionale, in una nota inviata dal Centro Studi Aldo Moro dichiara: "Ci spiace registrare il superamento dei limiti oltre i quali, anche in una sfida elettorale ad alta tensione competitiva come questa, non è consentito andare. Dal congresso del Pd della Sardegna ci si aspettavano posizioni chiare, linee comprensibili e un messaggio politico forte - scrive Moriconi -. Le ragioni che ci avevano spinto ad astenerci attenevano proprio la preoccupazione che non si erano realizzate le giuste condizioni per un congresso in grado di rispondere alle enormi aspettative di cambiamento e rinnovamento promesse".

Il verdetto delle votazioni, atteso per oggi, è slittato a domani pomeriggio, quando alle 15.30 la commissione di garanzia dovrà decidere sullo spoglio dei due seggi di Quartu Sant'Elena nei quali si è denunciato un presunto "inquinamento del voto da parte di rappresentanti del centrodestra". I componenti del seggio hanno sigillato le urne che sono state trasportate già ieri nella sede del Pd regionale in via Emilia a Cagliari.

Comandini prova a spegnere le polemiche: "L'esito di queste primarie è a prescindere positivo per il Pd in Sardegna e nel Paese. Oltre 35mila persone hanno votato nell'Isola, un record straordinario che nessuno si sarebbe mai aspettato. Significa che abbiamo avanzato una proposta di candidati e politica che la gente ha apprezzato, per questo sono molto soddisfatto".

"A Quartu è successo che un presidente e degli scrutatori hanno valutato una particolare situazione e rimesso nelle mani della commissione lo spoglio e le valutazioni di quel seggio. Non è un problema, entro domani la questione sarà chiusa e sia io che Giuseppe Meloni spingeremo lo stesso carro. Sono certo che domani mi chiamerete per farmi gli auguri come nuovo segretario. Nessuno vuole buttare a mare le primarie, lo spoglio è rinviato di appena 24 ore. Capisco il nervosismo, ma domani si chiude". E alla domanda se ci siano stati contatti con Meloni in queste ore: "Ci siamo sentiti un paio di volte e posso dire che una cosa sono i tifosi, una cosa chi è in campo".

Attualmente, Giuseppe Meloni sarebbe risultato il più votato in termini di preferenze assolute. Ma nel calcolo dei delegati si gioca sul filo del rasoio con la differenza fra i due schieramenti che potrebbe essere di una sola unità.