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La pratica delle primarie del Pd sardo non è ancora del tutto archiviata. Sebbene i dati emersi nelle ultime ore indicherebbero Piero Comandini quale nuovo segretario dem in Sardegna, l'avversario Giuseppe Meloni è ancora cauto nell'augurargli buon lavoro. Si attende infatti l'ufficialità dopo il "pasticcio" di Quartu, dove lo spoglio dei voti è stato sospeso per un presunto inquinamento da parte di elettori del centrodestra.
Dopo che la denuncia avanzata dai sostenitori di Comandini è stata rigettata dalla commissione regionale per il congresso, le operazioni di spoglio delle quattro urne sigillate provenienti da due sezioni di Quartu Sant'Elena si sono concluse ieri, 28 febbraio, in tarda serata.
Comandini ha avuto la meglio sullo sfidante con un vantaggio comunque risicato. Giuseppe Meloni, infatti, ha ottenuto oltre tremila voti in più alle urne, ma due delegati in meno all'assemblea regionale: su 130 componenti, 66 sono per Comandini e 64 per Meloni con uno scarto di due soli rappresentanti. Si attende comunque la conferma definitiva.
“Aspettiamo che la commissione si pronunci dopo i calcoli definitivi - dichiara Meloni a Sardegna Live -. Con un distacco così risicato anche una manciata di voti può cambiare l’esito finale. L’unica cosa certa è che io ho preso il 54% dei voti e lui i il 46%. Per il resto parrebbe che sia in vantaggio per quanto riguarda i delegati e quindi nuovo segretario”.
“Rispetto alla vicenda di Quartu mi sento di affermare che avrebbero fatto più bella figura se non avessero tenuto per due giorni le primarie congelate per delle dinamiche incomprensibili - conclude Meloni -. Non c’è stata alcuna irregolarità, le primarie erano aperte. Probabilmente avevano timore del risultato di Quartu che si prevedeva a mio favore e così è stato. È stata una farsa che si doveva evitare per rispetto del partito e degli elettori”.