“Occorre accelerare sulla ripresa in sicurezza del lavoro in presenza negli uffici della pubblica amministrazione per garantire maggiore efficienza e tempestività dei servizi ai cittadini. Bisogna tenere conto del contesto lavorativo nel quale nella Fase 3 deve essere utilizzato il ‘lavoro agile’ adottando però tale strumento in modo strutturale e in linea con il raggiungimento di obiettivi e risultati certi e misurabili, conciliando al meglio la tutela dei lavoratori da un lato e la necessaria ripresa delle attività produttive dall’altro”.

Con queste parole, l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, affronta il tema dello smart working, e auspica che nella legge di conversione del Decreto Rilancio non sia prevista l’obbligatorietà di tale modalità di lavoro fino al 31 dicembre 2020.

“Si tratta di un processo di cambiamento complesso - aggiunge l’assessore Zedda - che deve partire da un’attenta considerazione delle priorità e peculiarità culturali e manageriali dell’organizzazione, in cui la tecnologia gioca un ruolo chiave. Per questo si rende necessario ripensare a una riorganizzazione del lavoro, specie quello pubblico, che tenga conto dei suoi benefici ma anche delle ripercussioni sulla qualità del lavoro stesso e sull’impatto sociale”.

Il lavoro agile è un prezioso assist per garantire continuità operativa e salute, ma la vicepresidente della Giunta Solinas è convinta che “una volta cessata la fase emergenziale sia fondamentale facilitare la ripresa del lavoro con modalità ordinaria per garantire la progressiva riapertura degli uffici pubblici e il ritorno a una normalità sociale e occupazionale, ovviamente rispettando i protocolli di sicurezza”.