PHOTO
Si accende la battaglia in queste ultime ore, nelle aule parlamentari. I nomi si succedono, ma poi scompaiono così come sono arrivati. L'ultimo nome è quello di una donna: Elisabetta Belloni, che dopo quello della Casellati, arriva a voler tentare una virata dal maschilismo acuto che vige perenne nell'italica politica. Ma il problema sarà veramente quello del sesso? A ben guardare direi di no. In un momento che definirei tra i più bassi per la storia della nostra repubblica, incrinata da un indebolimento dei più elementari diritti di libertà e della dignità umana, le caratteristiche maggiormente necessarie per impersonare quello che è il baluardo della nostra costituzione, sono quelle di una forte personalità, onestà e una buona dose di preparazione giuridica. Una persona libera da interessi di parte, che sappia all'occasione NO anche ai potenti della terra, oltre che alle tentazioni dell'olimpo degli Dei Denaro e Potere.
Non sarà facile trovare una tale personalità, giacché, chi l'ha preceduta, ha dimostrato che qualche scheletro nell'armadio ce l'ha eccome. A cominciare da Oscar Luigi Scalfaro "Issato al quirinale dai mille chili di tritolo su cui è saltato il giudice siciliano" scrisse il grande Indro. La saga del terrore che indusse l'allora capo dello stato a chiudere i super carceri dell'Asinara e di Pianosa, destinati al carcere duro del 41 bis. Grandi boss che secondo una recente testimonianza del magistrato Nino di Matteo, portata alla ribalta dalla trasmissione Report, si videro ridurre le restrizioni in carcere destinate proprio ai potenti capi mafia.
Napolitano, che è stato protagonista di un bis mai registrato prima, da giovane politico è stato il braccio destro di Togliatti, mentre i suoi sgherri si macchiavano dei più efferati omicidi, violenze, stupri e rapine ai danni di persone inermi, le quali, secondo la propaganda, erano state spie dei nazi fascisti prima della liberazione. Quando Giorgio (nome che ricorre) sedeva al Quirinale si consumò quello che alla storia passerà come il grande ribaltone che scatenò il valzer dei governi tecnici. Moda che ancora oggi non sembra voler terminare e che ha portato, e sta portando, il bel paese a continui bagni di lacrime e sangue sul fronte dell'economia e della politica "tassinara" di distruzione delle piccole e medie imprese, a favore delle multinazionali euro dipendenti. Quelle che oggi, con l'assenso di Giorgio, ingrossano i loro fatturati a suon di vendita forzata di vaccini anti-covid e di insensati lockdown, i quali garantiscono lauti guadagni a chi vende su internet. Speculatori che si nascondono dietro il web e che del diritto dei lavoratori se ne "straccaffottono" proprio perché di assunzioni ne fanno ben poche e quelle che fanno sono sottopagate. Del resto, anche per l'attuale Sergio gli scheletri non mancano, considerando che il padre Bernardo è stato sotto processo per lungo tempo, sospettato di collusione con la mafia siciliana.
Nella speranza, dunque, che il teatro della politica ci risparmi un Mattarella bis, magari col pretesto della nobile stabilità delle poltrone, l'auspicio è quello di osservare chi siederà nel trono quirinalizio nel fare il suo dovere di baluardo della costituzione. Osservarlo mentre ripristina innanzitutto i diritti umani di libertà di scelta, o il diritto al lavoro, tragicamente messo in discussione da un’odiosa patente di libertà pateticamente definita "green", oppure mentre rimette in auge finalmente il diritto ad un’informazione libera, o quello di libera manifestazione (vergognosamente relegato alle periferie), ma anche quello di libera circolazione, ormai da due anni a singhiozzo. Vorremmo osservare un nobile ed autorevole presidente mentre rimprovera chi blocca la libertà di cura in scienza e coscienza dei medici, o che punisce chi vieta inspiegabilmente le autopsie sui morti da covid per studiarne le cause. Oppure si vorrebbe assistere ad un capo dello stato che vigili su chi osa vietare il diritto di essere curati a chi ha scelto sulla propria pelle di non vaccinarsi. Ed infine, vorremmo vedere la più alta carica dello stato vigilare sulle sempre più marcate discriminazioni verso chi non si piega ai voleri di Dragon ball e dei suoi scagnozzi...