Il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, intervistato da Sardegna Liveanalizza le dinamiche che hanno portato alla rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale. L'ex sindaco di Sassari, presidente del Consiglio regionale dal 2014 al 2019, è stato indicato dall'assemblea sarda insieme a Christian Solinas e Michele Pais fra i grandi elettori del tredicesimo presidente della Repubblica. 


Dopo una settimana di accese polemiche e trattative è nato il Mattarella bis, soddisfatto?

Sicuramente sì. Per come si erano messe le cose Mattarella era l’unica soluzione possibile. La partita è stata giocata malissimo dalle forze politiche, in particolare da quelle del centrodestra che non si sono rese conto che in Parlamento non c’era una maggioranza di parte in grado di esprimere un presidente e che quindi avrebbero dovuto mediare con gli altri. Hanno iniziato col proporre un nome assolutamente inaccettabile per noi come quello di Berlusconi, poi si è andati avanti con terne di esponenti di parte senza cercare una condivisione. Si è arrivati a ridicolizzare una figura come la Casellati, seconda carica dello Stato. Si è messa in difficoltà la Belloni, profilo di alto livello istituzionale che però, per il ruolo che svolge, non può essere eletta presidente della Repubblica. Questo ha portato all’impasse che ha consentito poi di chiudere su Mattarella in maniera amplissima ribadendo quello che è la maggioranza che oggi esprime il governo. Una soluzione, dunque, che mantiene lo status quo a Chigi e al Quirinale.

 

Come ci si può non rendere conto di quali sono gli equilibri e arrivare così impreparati in vista di un appuntamento atteso da così tanto tempo?

Il Capo dello Stato viene sempre eletto in seguito a una trattativa che avviene negli ultimissimi giorni, addirittura durante la fase delle votazioni. La novità è che Salvini ha fatto finta di non riconoscere che non c’era una maggioranza in grado di esprimere autonomamente il presidente della Repubblica generando una serie di difficoltà andate avanti per giorni. Quella a cui abbiamo assistito è oggettivamente una sconfitta della politica, che non ha saputo fare quello che è il compito della politica stessa: avviare un confronto e fare delle mediazioni per trovare le figure più idonee a ricoprire le cariche.

 

All’indomani della riconferma di Mattarella sembra che sulla politica italiana sia passato un uragano. Si aspettava le dinamiche che si sono innescate e chi ha giocato peggio la sua partita?

Certamente Salvini. Ha continuamente cercato di porre candidature di parte per mantenere una cosa impossibile: l’unità delle forze di governo con le forze che stanno all’opposizione, che evidentemente avevano interessi diversi. Ha fatto così il gioco della Meloni, la quale aveva interesse a sfasciare tutto e ha avuto buon esito. I risultati sono questi. Anche il Movimento 5 Stelle ha avuto momenti di ambiguità che adesso sta pagando con un’aspra polemica interna.

 

Lo stesso Letta, però, è stato accusato di eccessivo attendismo.

Non mi sento di rivolgere critiche a Letta. Fin da subito aveva chiarito che eravamo disposti a discutere paritariamente, purché si creasse un tavolo in cui trattare sgombrando tutte le proposte di parte. Questo non è stato consentito andando avanti con proposte mai condivise.

 

Il centrosinistra, oggi, vive una situazione particolarmente serena rispetto a quanto accade in casa pentastellata e all’interno dello stesso centrodestra. In entrambi i casi si profila una resa dei conti fra i rispettivi leader.

È difficile capire come si evolverà la situazione di crisi che riguarda soprattutto la Lega che ha diretto il gioco uscendone poi sconfitta. Hanno sbagliato tutte le mosse e Salvini esce da questa partita fortemente ridimensionato.

 

L’alleanza Pd-M5s ne esce indebolita in chiave nazionale?

Non posso che analizzare tutte le contraddizioni proprie del Movimento che conosciamo e sono note. La fuga dei parlamentari accelerata proprio dall’elezione del presidente della Repubblica è un sintomo della loro situazione interna. Eppure crediamo che questa alleanza organica tra forze di centrosinistra e M5s sia ancora possibile. Speriamo che ci sia un chiarimento rapido all’interno del Movimento e che sia ribadita la volontà di stare con una parte, piuttosto che mettersi nuovamente in gioco come sembrava voler fare Conte a un certo punto delle contrattazioni per il Quirinale.