"Siamo entrati nel merito dei criteri per la scelta del candidato, tra cui le primarie. Abbiamo messo sul tavolo le differenze programmatiche su cui fare sintesi. La composizione della coalizione è estremamente variegata, questa è la nostra forza, ma serve trovare una via comune": è quanto ha dichiarato il segretario del Pd Piero Comandini al termine tavolo che si è tenuto oggi, durato oltre tre ore e riaggiornato al prossimo lunedì 9 ottobre alle 17, dal quale è emerso che al centrosinistra allargato serve ancora tempo per trovare l'equilibrio nell'alleanza tra le 19 sigle che mirano a superare il centrodestra alle prossime regionali, anche se nelle intenzioni l'obiettivo è di chiudere la partita entro questo mese.

Un accordo, anche se ancora ufficioso, riguarda il metodo che verrà utilizzato per la scelta del nome, che potrebbe non essere quello delle primarie. La questione era già nell'aria dopo la direzione del Pd dello scorso lunedì, ma oggi sulle consultazioni propedeutiche a indicare il candidato o la candidata alla presidenza sembra essere stata messa la pietra tombale. Tanto che Liberu, una delle forze indipendentiste che partecipa al tavolo, ha già annunciato di voler proporre un proprio candidato all'alleanza. E non un candidato qualsiasi, ma Renato Soru, che già ha confermato l'intenzione di correre, definito da Liberu "il miglior collante per una coalizione che voglia davvero ricostruire la Sardegna devastata da anni di malgoverno". Il movimento porterà il nome di Soru all'incontro di lunedì prossimo, così come faranno gli altri alleati. "Valuteremo tutti i nomi proposti da tutti anche se uno di questi sarà Renato Soru, sempre che lui stesso voglia essere portato da Liberu", chiarisce Comandini.

Un incontro "proficuo" quello di oggi per il M5s, che con il coordinatore Ettore Licheri è ottimista sui tempi: "chiuderemo entro ottobre, anche prima", assicura. Con in tasca il nome di Alessandra Todde su cui il Pd non si metterebbe di traverso, i pentastellati contano di convincere anche i più scettici.

Come i Progressisti che chiariscono il loro identikit del candidato. "Bisogna vincere le elezioni con qualcuno che sia in condizione di governare grazie alla conoscenza del territorio, delle nostre autonomie locali, del sistema economico e sociale e delle condizioni disastrate dell'economia isolana", sottolinea Luciano Uras, uno dei veterani al tavolo. Che ribadisce: "Non c'è alcuna candidatura e tantomeno quelle imposte da Roma, abbiamo una cultura autonomista, siamo convinti che la Sardegna possa decidere del proprio destino e cerchiamo di mettere insieme una compagine che sappia ricostruire la Regione ridotta in macerie da questa maggioranza".