Perché mi sono candidata? In queste settimane ho ripensato ai miei dieci anni nel mondo dell'informazione, sia sarda sia nazionale e mi sono resa conto che ho sempre interpretato la realtà attraverso la lente dei miei valori e dei miei sogni di ragazza di Sinistra. Sì, che bella questa parola: Sinistra. La rivendico, la pronuncio a voce alta, la scrivo con la lettera maiuscola. Massimo Zedda ha migliorato sensibilmente la qualità della vita della mia città, Cagliari. Quale miglior curriculum da presentare ai sardi l'aver amministrato benissimo per otto anni il capoluogo? . 

Claudia Sarritzu, 32 anni compiuti, collaboratrice a Radio Press, scrittrice-giornalista a Globalist, ha le idee chiare: “Ho detto di sì perché con i miei libri e il mio lavoro su Globalist occupandomi di politica nazionale e internazionale, scrivendo di politiche di genere, sono anni che faccio politica. Per gli ideali in cui credo, mi sono esposta e scontrata senza badare alle conseguenze tante volte e anche oggi ci metterò la faccia. Vengo dalla scuola di Radio Press, una emittente locale che raccontava la realtà senza inchinarsi mai a presidenti, sindaci, potenti di turno. Sono sempre stata una partigiana della notizia e ne vado fiera.  

Alcoa e non solo 

“Il mio primo atto politico è stato scrivere il mio primo libro – dice - Avevo 26 anni. Avevo partecipato a tutte le proteste dell'isola, dall'occupazione dell'Alcoa alla leggendaria mobilitazione degli operai Vinyls nel carcere dell'Asinara. Raccontavo da partigiana e non da giornalista una Sardegna che si sgretolava sotto i colpi feroci della crisi. Servizi per la radio che volevo restassero impressi su carta e così nacque "La Sardegna è un'altra cosa".

Mi hanno chiesto se mi occupassi solo di femminismo in questi giorni visto che ora vado in giro per l'Italia a presentare l'altro mio libro "Parole avanti, femminismo del terzo millennio" .In verità io ho iniziato nelle fabbriche. E le mie origini sono le mie radici e restano impresse in tutto quello che faccio e in cui credo ancora oggi. Per questo credo di essere più una scrittrice che una giornalista, per quanto lavori a tempo pieno su Globalist, testata online speccialiazzata in politica estera e intelligence. Ho detto sì dunque perché è facile stare sempre dall'altra parte, fare gli schizzinosi, impegnarsi solo se la vittoria è garantita, elencare problemi e non cercare mai le  soluzioni.

Ho 32 anni, l'età giusta per mettersi in gioco. Desidero che ci siano più donne in politica? Più giovani? E allora non potevo dire no. Non è il momento storico in cui possiamo fare i neutrali, bisogna stare dalla parte dei più deboli. Viviamo tempi bui di discriminazioni e cinismo. Persone lasciate in mare per giorni solo per compiacere la pancia di una parte dell'elettorato di destra. Non abbiamo più scuse. Se vogliamo rinnovare davvero l'assemblea sarda questo è il momento giusto. Se vogliamo davvero più donne dobbiamo semplicemente scegliere più donne. Ma anche su questo voglio fare una precisazione. Qualcuno mi ha chiesto anche se il mio appoggio alle donne alle regionali sarà senza se e senza ma. Rispondo che amo le donne che amano le donne. Razziste, omofobe, antiabortiste e favorevoli al decreto Pillon non avranno mai il mio sostegno. Le donne “maschiliste" sono le peggiori nemiche dei nostri diritti. Lo dico forte e chiaro perché non ci siano fraintendimenti. 

Nessun capo lista, nessun listino bloccato. Questa volta tocca a noi sardi scrivere la nostra preferenza sulla scheda. Io prometto la mia coerenza, la mia serietà e la mia testardaggine nel perseguire un sogno che  a voi spetta il compito di scegliere il nome di chi vi rappresenta. Chi vi rappresenta al meglio. Il mio lavoro è quello di ascoltare – conclude Sarritzu - quindi sarò in grado di rappresentare le istanze dei sardi e tramutarle in proposte di legge che abbiano come scopo quello di risolvere i loro problemi”.