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La nostra Isola crede nella politica gestita da donne e Francesca Fadda ne è un esempio: sindaca di Maracalagonis, oggi è una delle donne più votate nel collegio di Cagliari (con il Psd’Az) durante le ultime, e appena concluse, elezioni regionali; Fadda, infatti, ha ottenuto 4171 voti (14esima tra i 1416 candidati) e ai microfoni di Sardegna Live ha commentato il risultato.
Un grande risultato che, nonostante i numeri, la inserisce tra i non eletti a causa della sconfitta della coalizione. Per la circoscrizione di Cagliari, infatti, può essere eletto solo un candidato del partito: Gianni Chessa, che ha ricevuto 5683 voti.
Orgogliosamente figlia d'arte, nei suoi discorsi è sempre presente l’importante figura di suo padre, Mario Fadda, che è stato per tanti anni il primo cittadino della città che ora lei guida. Fu lui a trasmettere a sua figlia Francesca l’amore e l’impegno per la politica.
Sindaca Fadda, i risultati che la riguardano sono stati inattesi?
“Sicuramente un risultato oltre le mie aspettative. Nonostante non sia arrivata a entrare in consiglio regionale, questo risultato mi da la forza e il coraggio per continuare a lavorare per il mio territorio che ha espresso tutto il suo consenso. Solo a Maracalagonis 1369 voti, poi 300 voti a Sinnai, 90 Burcei, 700 a Cagliari quindi, la gente ha capito che io lavoro costantemente, lavoro soprattutto braccio a braccio con tutti quelli che mi danno fiducia. Tutto questo è per me un motivo in più per continuare a fare politica, per continuare a impegnarmi per il prossimo; d’altronde è nella mia natura.”
Si sente soddisfatta del risultato?
“Non mi sento assolutamente soddisfatta in quanto non sono riuscita a raggiungere il consiglio regionale per rappresentare il mio territorio. Per questo mi appello al centrodestra perché venga riconosciuto il mio ruolo come donna più votata nel territorio e, soprattutto, venga riconosciuto il mio ruolo di sindaco e di donna rappresentante del territorio. Parlo del centrodestra sottintendendo anche il sindaco Truzzu; infatti, proprio a lui chiedo di riconoscere, sia in città metropolitana che presso la Regione Sardegna, il valore dei sindaci più votati del territorio ma non eletti. Dispiace poi il non esser riusciti ad avere un rappresentante regionale in questo territorio ma, da candidata più votata nel territorio, io spero che il centrodestra possa finalmente (dopo questa tornata elettorale) riconoscere il ruolo dei sindaci e possa dare spazio a chi davvero vive tra i dolori e le gioie della gente. La politica non si fa parlando, si fa facendo.”
Cosa pensa della neoeletta Presidente Alessandra Todde?
“Come donna, ovviamente, non posso che complimentarmi con un'altra donna. A lei, e a tutta la sua coalizione, vanno i miei complimenti. Non mi sento assolutamente di criticare la scelta di quella coalizione e di criticare, perché ripeto da donna a donna la mia stima c’è.”
Cosa non hanno compreso i sardi (o non siete riusciti a spiegare) dato il risultato?
“Non credo che i sardi non abbiano capito o che noi abbiam potuto mal esprimere qualcosa. Molto probabilmente abbiamo pagato il prezzo di una scelta (che non è di responsabilità del sindaco Truzzu), fatta da persone che forse non si sono mai appese nelle liste elettorali e non ne conoscono la forza. Con tali presupposti, non hanno voluto fare un tavolo di concertazione con i sindaci del territorio, ma hanno pensato di farlo solo tra esponenti politici di palazzo. Il mio punto di partenza è il cittadino che deve scegliere, quindi, penso che le scelte vadano fatte tra i cittadini e tra i rappresentanti del territorio. Non invece a livello nazionale, in un’isola come la Sardegna dove la figura dei sindaci nei territori è molto superiore rispetto a quella dei leader nazionali.”
Lei era abbinata all’Assessore del Turismo uscente Gianni Chessa, unico componente del partito a prendere posto nel consiglio regionale
“Si, ero abbinata a Gianni Chessa. Ho appoggiato e sostenuto quello che era l’Assessore Chessa e un partito che era in forte decadenza. Ho dato il mio supporto al partito e ora mi aspetto ovviamente da lui, e dal partito, tutta la riconoscenza possibile. Riconoscenza nei confronti di un sindaco all’interno del partito. Io ho dato il massimo l'ho fatto per Maracalagonis, per il tutto il territorio. Continuerò a farlo. Non mi pento di questa scelta, anzi, ringrazio tutti gli elettori, chi mi hanno votato e anche chi non mi ha votato perché magari loro potranno ricredersi e vedere il mio impegno continuo e costante. Il giorno dopo le elezioni, sono tornata subito a lavoro in comune perché io non smetto mai di lavorare e sono a disposizione di tutti.”
Quale sarà il suo prossimo passo? Resterà in politica?
“Io resto umile. Continuo a lavorare per Maracalagonis e per tutto il territorio. Sono e sarò sempre a disposizione del centrodestra, della coalizione, pronta a lavorare con la Regione Sardegna di qualunque colore la regione sia. A me interessa il bene dei cittadini e la crescita del nostro territorio; io non faccio una guerra di colore e non faccio una guerra alle persone, io porto avanti il progetto politico di Maracalagonis e di tutto il territorio del collegio di Cagliari. Non per colore o per partito, lo faccio proprio nell'interesse dei bisogni di ciascun cittadino.”
C’è qualcosa che cambierebbe o che sente di non aver fatto durante la campagna elettore?
“Niente. Rifarei tutto quello che ho fatto. Riappoggerei l'amico Chessa che, come me, a Cagliari vive i quartieri tra la gente e siamo persone e che vivono tra la gente. Nel mio paese respiro l'aria, i miei figli crescono qui, la mia famiglia è qui, quindi io vivo il territorio. Ripeto rifarei tutto quello che ho fatto, lo rifarei per il mio territorio. Mi dispiace solo non essere riuscita ad arrivare, ma sono contenta del risultato e spero che il centrodestra possa valutare anche questo e si possa ripartire da lì.”