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“L’assemblea degli iscritti riunitasi in data odierna per analizzare la situazione politica regionale conferma, in attuazione dell’ordine del giorno approvato dal coordinamento regionale del 20 novembre U.S., la necessità di superare la divisione in due blocchi dello schieramento democratico, progressista, socialista ed ecologista, civico, dell’autonomia e dell’autodeterminazione. I Progressisti ritengono doveroso applicarsi alla riunificazione dello stesso schieramento, fino all’ultimo istante utile. Questo, per realizzare il necessario processo di cambiamento del quadro politico di governo della Regione e rimuovere la rovinosa gestione amministrativa e finanziaria dell’attuale Giunta di destra, sardo-leghista”. Così in una nota i Progressisti, a margine dell'assemblea del partito.
“Questo - affermano - rimane l’obiettivo ineludibile, che può essere raggiunto soprattutto con il diretto coinvolgimento dei tanti amministratori locali democratici, progressisti, di sinistra, identitari e del civismo democratico, che non possono essere tenuti ai margini dell’impegno per lo sviluppo della società sarda. Le nostre autonomie locali sono corpo e anima dell’intera autonomia regionale. Hanno il diritto-dovere di essere decisivi nelle sfide che ci attendono. La divisione che si è determinata sul metodo di scelta della candidatura alla Presidenza della Regione per l’intero schieramento poteva essere evitata ricorrendo alla disposizione scritta in modo inequivocabile nell’articolo 8 della legge statutariaelettorale in vigore. Una strada trasparente e unificante che si è erroneamente deciso di non percorrere”.
“Questa decisione - sottolinea il partito - non ha aiutato il lavoro enorme che dobbiamo compiere e che comunque deve essere compiuto. Non ha aiutato e non aiuta neppure diffondere informazioni approssimative sui presunti, più o meno consistenti, pesi elettorali, e neanche divulgare ardite interpretazioni sulle posizioni delle singole formazioni politiche dello schieramento, sulle opinioni dei loro dirigenti, su immaginari incontri tra esponenti dei diversi gruppi politici. La confusione è il terreno nel quale meglio si coltiva l’erba della discordia. Per questo noi abbiamo deciso di parlare attraverso i nostri documenti”.
“Ribadiamo quindi che tutti, e sottolineiamo tutti, devono sentire il dovere di unire le forze democratiche dell’intero schieramento avanzato - proseguono -, questo è l’impegno che ci chiedono i cittadini sardi, i lavoratori e gli imprenditori onesti, le donne, i giovani e gli uomini di questa nostra terra in pericolo di desertificazione, decadenza economica e produttiva e colpita da crescente disagio sociale. Quello che noi chiediamo a tutti, lo pretendiamo da noi stessi. Sono possibili iniziative concordate e/o unilaterali che possano favorire la riunificazione, fondata sul doveroso ed esplicito rispetto di ognuna delle diverse componenti”.
“Non si tratta di vincere una competizione sportiva - precisano i progressisti - si tratta di salvare la Sardegna da un altro quinquennio di disastri, di improduttività amministrativa, di burocratismi soffocanti, di blocco della spesa pubblica, di degenerate pratiche clientelari. Si tratta di garantire ai nostri giovani percorsi virtuosi di istruzione, formazione e lavoro. Di garantire a tutti una sanità efficiente e presente in tutto il territorio regionale. Si tratta di rompere l’isolamento migliorando e aumentando i collegamenti interni e da e per la Sardegna. Si tratta di partecipare alle transizioni energetica e digitale, non di subirle passivamente”.
“Pertanto - conclude la nota -, l’Assemblea impegna il Partito, il proprio Presidente e i propri dirigenti a percorrere la strada dell’unificazione dello schieramento democratico, a promuovere e partecipare a incontri finalizzati alla riunificazione, rendendosi disponibili ad ogni iniziativa che formalmente e sostanzialmente raggiunga l’obiettivo di moltiplicare le forze per un radicale cambiamento del Governo della Sardegna”.