Respinta la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni al presidente Christian Solinas, con 36 voti contrari su 58 consiglieri votanti, due sole assenze e un solo astenuto. Il via libera al ddl Calderoli sull'autonomia differenziata della Regione, attraverso il voto dell'assessore Carlo Doria nella conferenza Stato-Regioni, non ha compromesso la tenuta della maggioranza a guida sardista cha ha davanti ancora una decina di mesi di vita.

Il dibattito, nato dalla mancata condivisione con l'Assemblea della posizione sulla riforma delle autonomie, è durato oltre quattro ore, si è chiuso a tarda sera e, con i numerosi interventi che si sono susseguiti dai banchi della minoranza, si è allargato a tutta la linea politica della giunta Solinas.

"È sotto gli occhi di tutti i sardi - ha sostenuto Michele Ciusa (M5s) -: questa legislatura è già finita, bisogna decidere solo come chiuderla". Pesante l'attacco del collega gallurese Roberto Li Gioi, che in rima ha infilato una serie di affondi contro il presidente e gli alleati di governo, e dei Progressisti con Massimo Zedda e Gianfranco Satta, poi il Pd con il neo segretario Piero Comandini, Rossella Pinna e il capogruppo Gianfranco Ganau e Avs con Maria Laura Orrù ed Eugenio Lai.

Nella sua replica Solinas è passato al contrattacco: "Questo dibattito ci ha restituito la portata strumentale di questa mozione di sfiducia - ha esordito il presidente -, ma sono rinfrancato sul fatto che questa formula di governo governerà per i prossimi 15 anni, perché si trova davanti a un'opposizione senza verità e senza progetti". Un'opposizione che ha definito "la peggiore minoranza della storia autonomista". Sulla riforma Solinas ha ricordato che "il parere in seno alla Conferenza delle Regioni è "di competenza dei governatori". E l'affondo: "Nemmeno nelle stagioni più buie della stagione autonomistica, abbiamo assistito a una tale personalizzazione degli attacchi - ha stigmatizzato -. Si può essere in disaccordo e contestare anche in maniera violenta, ma la grammatica istituzionale non può e non deve consentire il decadimento del lessico e degli atteggiamenti in quest'aula".