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Dopo l'articolo di 'Repubblica' del luglio scorso in cui si riportava del no del Pd all'intesa con Italia viva per le elezioni, le comunicazioni tra Enrico Letta e Matteo Renzi si interrompono.
"Poi il 23 luglio alle 11.57 Letta mi chiama. Io non sento la sua telefonata su whatsapp. Ci cerchiamo per un paio di volte. Alla fine ci parliamo nel pomeriggio. La telefonata dura meno di cinque minuti. Io non ho nulla da dirgli. Aspetto che parli lui". Lo racconta Matteo Renzi nella nuova edizione de 'il Mostro'.
"'Ti volevo dire che nessuna decisione è presa e che l’articolo di Cappellini non è il mio pensiero'. Gli rispondo: 'Ma mi prendi in giro?'. Glielo dico come un fiorentino deve dirlo a un pisano, ma sono frasi che non si possono scrivere in un libro -scrive Renzi riportando il dialogo con il leader del Pd-. 'Hai scelto, Enrico. Ma sappi che stai distruggendo il Pd e soprattutto stai dando il governo per cinque anni alla Meloni. Solo per un fatto di rancore personale'. 'No, ma niente è deciso. Ho la base che non ti vuole per gli screzi del passato'".
A questo punto, il racconto di Renzi prosegue con il botta e risposta tra lui e Letta: "'La base che non mi vuole per gli screzi del passato è la stessa base cui chiederete di votare Di Maio, magari a Bibbiano. Ma che cosa stai dicendo? Ma per una volta nella tua vita prenditi una responsabilità. Di’ che preferisci perdere le elezioni pur di vendicare l’affronto che ritieni di aver subito nel 2014'. 'Sbagli, non ho niente di personale contro di te'".
Il leader di Iv scrive ancora: "Mi scappa una risata. Sono in giardino a casa con mia moglie che assiste stupita ma divertita a questo dialogo. 'Ti chiamo nei prossimi giorni' mi dice lui. Sì, certo, come no. È l’ultima telefonata con Letta. Immagino che per lui sarà stata una liberazione. 'Ho fatto fuori Renzi dal Parlamento' avrà pensato. Vendetta è fatta. Finirà che si è fatto fuori da solo".