“Secondo le prime ricostruzioni, il terribile incendio del Montiferru sarebbe partito dall’area tra Bonarcado e Santu Lussurgiu in cui la sera prima si era sviluppato un incendio, segnalato poco prima delle 18 e apparentemente domato. Un episodio da accertare che invece, durante il Consiglio regionale del 27 luglio, l’assessore all’Ambiente ha liquidato affermando “non sono giunte segnalazioni di criticità legate all’evento in questione”. Come sappiamo in parallelo sarebbero divampati altri due incendi, uno nella zona di Usellus e l’altro alle porte di Cabras, che si sono presto estesi ad altri centri della Planargia e del Marghine”. Lo scrivono in una nota i consiglieri regionali del M5s Desirè Manca e Alessandro Solinas, che hanno presentato un’interrogazione al Presidente della Regione e all’assessore regionale all’Ambiente in cui vengono elencate nel dettaglio numerose criticità “per le quali è necessario che entrambi riferiscano dettagliatamente al Consiglio regionale e alle comunità interessate, non soltanto circa le iniziative assunte dalla Regione per il ristoro dei danni subiti ma anche in merito allo stato dell’attività del sistema regionale antincendi”.

“Roghi tremendi – proseguono i consiglieri - che hanno devastato 240 aziende agricole e zootecniche, fattorie didattiche, centinaia di alveari, abitazioni, e circa 20mila ettari di boschi, campi coltivati, pascoli, oliveti, alberi millenari, e uccidendo tra atroci sofferenze tantissimi animali. Una tragedia senza precedenti, di fronte alla quale anche il Presidente Solinas non si è scomposto, ma ha affermato che la macchina regionale si è interamente mobilitata con 7500 uomini e 20 mezzi aerei (7 Canadair e 13 elicotteri), e che tutte le istituzioni hanno collaborato in una perfetta sinergia”.

“La realtà però – sottolineano i pentastellati - è ben diversa: abbiamo un vastissimo territorio ridotto in cenere e numerose testimonianze di chi ha avuto la disgrazia di assistere impotente alla distruzione della propria casa. I punti da chiarire sono diversi e tutti fondamentali – scrivono – Molti testimoni riferiscono di essersi trovati da soli a combattere contro il fuoco, durante e anche nella successiva fase di bonifica. In particolare, i Piani operativi ripartimentali del sistema regionale antincendi (in cui vengono elencati i mezzi a disposizione e la dislocazione territoriale delle pattuglie del CFVA e dell’Agenzia Forestas) risultano vecchi addirittura di quattro anni, poiché datati 2017. Come se non bastasse, questo Piano operativo ci dice che per il turno dalle ore 22:00 alle ore 6:00 parrebbe non essere prevista la presenza di personale in servizio”.

“Ricordiamo anche che in quelle giornate analoga disorganizzazione affliggeva il Corpo Forestale, perché nel pieno della campagna antincendi la Giunta regionale ha revocato le funzioni di direttore generale al dott. Antonio Casula, ed erano perfino scaduti gli incarichi biennali dei direttori di servizio. Non solo: nel 2005 la Regione ha dismesso il sistema di telerilevamento e videosorveglianza dei boschi in cui la Regione aveva investito ben 30 milioni di euro”.

“Un quadro ben diverso da quello rappresentato dal Presidente Solinas, che risulta ancora più grave se si considera che la lettera del 7 giugno 2021 del Comitato spontaneo del Montiferru che aveva segnalato la grave situazione di pericolo è stata ignorata. Ci sono tutti i presupposti per dire che la macchina dell’emergenza, purtroppo, non ha funzionato bene come invece è stato sostenuto” concludono Solinas e Manca.