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"La situazione è molto chiara: ho detto, sin da quando ho presentato la mia candidatura, che non c'era nessuna alternativa allo slittamento delle elezioni amministrative, in ordine alle dichiarazioni perentorie del Presidente Mattarella. Dal momento che, secondo il Capo dello Stato, il voto nazionale è impraticabile, è evidente che sarebbe stato ridicolo far votare alle amministrative e non alle politiche". Lo dice all'Adnkronos Vittorio Sgarbi, candidato sindaco di Roma per la lista 'Rinascimento'. In attesa che centrosinistra e centrodestra scelgano i loro candidati, al momento, oltre a Sgarbi, sono in campo il sindaco uscente Virginia Raggi (M5S) e l'ex ministro Carlo Calenda (Azione). "Se il centrodestra vorrà convergere su di me - assicura il critico d'arte - si può vincere al primo turno".
Per il Pd si parla di una possibile candidatura dell'ex titolare del Mef Roberto Gualtieri o del segretario dem dimissionario Nicola Zingaretti. "Gualtieri è un candidato di medio calibro, sarà fortemente penalizzato da Calenda. Zingaretti è uguale a Gualtieri, sono figure di poco peso. Anzi, Zingaretti ha meno chance di chiunque altro perché, essendosi dimesso, appare un perdente", osserva Sgarbi, secondo il quale Raggi "non andrà oltre il 20-25%. E comunque - ipotizza il deputato del Misto - la pentastellata non andrà al ballottaggio, salvo che la sinistra si divida". Riassumendo: "Se la sinistra si divide in due, va al ballottaggio la Raggi. Se resta unita, va al ballottaggio col centrodestra. I sondaggi che ho commissionato danno Calenda al 32%, me al 26% e la Raggi al 24%", evidenzia il critico.