L'esito del voto di ieri sulla vicenda Open Arms ha decretato la conferma di processo nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini. L'ex ministro dell'interno, sulla sua pagina Facebook, ha dichiarato: "Mi mandano a processo come sequestratore di persona per aver difeso i confini del mio Paese e la sicurezza degli italiani? Ci andrò a testa alta, amici. La dignità e la coerenza non hanno prezzo!".

Sono stati 149 i senatori a votare a favore, 141 i contrari e una sola astensione. In particolare, a votare perché il leghista venga giudicato in tribunale, 91 dei 92 senatori del M5S (unica ad astenersi la pentastellata Drago), 35 senatori del Pd, 11 senatori di Iv. Mentre, contrari al processo tutti i 95 leghisti presenti, i 17 senatori di Fdi in Aula e i 54 di Forza Italia.

Nel tardo pomeriggio, è proseguito lo sfogo del leghista sui social: "Il Senato ha votato per mandarmi a processo. Contro di me - ha proseguito Salvini - festeggiano i Palamara, i vigliacchi, gli scafisti e chi ha preferito la poltrona alla dignità. Sono orgoglioso di aver difeso l’Italia: lo rifarei e lo rifarò, anche perché solo in questo luglio gli sbarchi sono sei volte quelli dello stesso periodo di un anno fa, con la Lega al governo. Vado avanti, a testa alta e con la coscienza pulita, guarderò tranquillo i miei figli negli occhi perché ho fatto il mio dovere con determinazione e buonsenso".

E ha concluso: "Mi tengo stretto l’articolo 52 della Costituzione (“la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”) e ricordo le parole di Luigi Einaudi: 'Quando la politica entra nella giustizia, la giustizia esce dalla finestra'. Non ho paura, non mi farò intimidire e non mi faranno tacere: ricordo che per tutti i parlamentari, presto o tardi, arriverà il giudizio degli elettori".

Nel frattempo Giorgia Meloni ha parlato di "precedente spaventoso nella democrazia italiana", mentre Silvio Berlusconi accusa gli avversari politici di usare "la giustizia come arma politica". L'inchiesta era stata aperta dalla Procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, e poi passata per competenza al tribunale dei ministri a Palermo, che accusa il leader della Lega di sequestro di persona per aver bloccato lo sbarco dei migranti a bordo della nave della ong quando era ministro dell’Interno.

Salvini è accusato di plurimo sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver trattenuto nel 2019 a bordo della nave al largo di Lampedusa 164 migranti, poi fatti scendere su ordine del procuratore di Agrigento, dopo venti giorni. Per i giudici del tribunale dei ministri non era possibile invocare ragioni di sicurezza.