“Perché i farmaci che può avere a disposizione un cittadino di una qualsiasi regione italiana non sono invece acquistabili nelle farmacie della Sardegna? La razionalizzazione della spesa sanitaria e le esigenze di contenimento dei costi non possono e non devono essere gli unici parametri tenuti in considerazione dalla Commissione per il Prontuario Terapeutico Regionale nell’individuazione e nella scelta dell’elenco dei farmaci da impiegare negli ospedali della Sardegna. Le attuali scelte della Commissione risultano infatti arbitrarie e totalmente discordanti con quanto stabilito a livello nazionale dall’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco)”.

Lo sottolinea il Consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Michele Ciusa, primo firmatario di una mozione in cui chiede al presidente Christian Solinas e alla sua Giunta di “Attivarsi per garantire un aggiornamento del Prontuario terapeutico regionale che non vada a discapito dei pazienti sardi”.

“Purtroppo però è quanto sta accadendo oggi – ha aggiunto Ciusa -. Siamo in presenza di una “situazione di obiettiva disparità di trattamento”, come recita testualmente anche una sentenza del Consiglio di Stato del 3 ottobre 2019. I giudici, e non è la prima volta, hanno condannato la Sardegna per queste decisioni scellerate che compromettono seriamente la vita dei malati e che pesano sulle casse regionali. Nella sentenza viene inoltre precisato che qualora, come nel caso sardo, “la Regione intenda formare un proprio prontuario terapeutico, non può non includervi tutti i principi attivi dei medicinali appartenenti alla classe A, in conformità alle prescrizioni di cui all’art. 8 del decreto sui Lea”.

 “Il diritto di tutti i cittadini a potersi curare e a poter utilizzare i medicinali più efficaci esistenti in commercio non può essere negato per privilegiare il risparmio nella spesa farmaceutica regionale. La nostra grande preoccupazione – ha concluso l’esponente pentastellato – riguarda anche il fatto che le sedute della Commissione per il Prontuario Terapeutico regionale non sono pubbliche, quindi non è possibile valutare e controllare sulla base di quali criteri vengono effettuate queste scelte. La Regione deve vigilare sull’attività della Commissione avendo come obiettivo primario la tutela della salute dei pazienti”.