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«È un successo di Giorgia Meloni, di tutto il governo e di tutta la nostra classe dirigente diplomatica che, non solo in questo caso, ha dimostrato che lavorando in silenzio, ma soprattutto con la credibilità internazionale riconquistata dall'Italia, riesce a risolvere le crisi». Così il deputato sardo di Fratelli d’Italia Salvatore Deidda celebra il ritorno in Italia della giornalista Cecilia Sala dopo la liberazione dal carcere di Evin, a Teheran.
La reporter di guerra era finita dietro le sbarre lo scorso 19 dicembre e, da allora, la Farnesina e la premier Meloni si erano attivati per garantirle condizioni di prigionia dignitose e riportarla in Italia quanto prima.
«PERFETTA REGIA SILEZIOSA DI MELONI»
Deidda sottolinea «in primis l'azione e la regia del nostro presidente del Consiglio». Meloni, il 5 gennaio, aveva incontrato a Mar-a-Lago il neoeletto presidente degli Usa Donald Trump per affrontare la questione Sala. Un viaggio che aveva suscitato polemiche legate al fatto che, secondo alcune fonti, la premier avrebbe discusso anche di un eventuale accordo economico con Elon Musk in merito a tecnologie per le comunicazioni criptate. Tre giorni dopo quel meeting, la svolta e la liberazione di Cecilia Sala.
«Questo dimostra che le azioni del presidente del Consiglio non sono mai fine a sé stesse – osserva Deidda –, né tantomeno erano nate per il suo altro interesse. Certe dichiarazioni non è che si possono annunciare in anticipo. È bello rilasciarle dopo che il risultato è stato conseguito».
«Io spero che da questa lezione si impari che, soprattutto in casi come questi, si lavora prima di tutto in silenzio e senza fare annunci. Non è che il Governo si sta occupando solo di questo caso, ci sono altri cittadini italiani detenuti all'estero di cui ci stiamo occupando».
«MUSK? NESSUN ACCORDO SOTTOBANCO»
Ma le trattative con Musk sono state avviate o no? «Oggi, lo stesso ministro della Difesa, Crosetto, ha risposto che ovviamente non c'è alcun accordo sottoscritto – ribatte Deidda –. Il Governo, giustamente, si sta interessando a tutte quelle tecnologie che possono essere impegnate per avere sia più sicurezza e anche più velocità nelle nostre connessioni. Quella in possesso di Musk è sicuramente una tecnologia che l'Italia da sola non si può permettere di avere. È giusto cercare altri partner e altri imprenditori, ma tutto avverrà secondo le regole e degli accordi internazionali, quindi non solo con Musk. Certi accordi non si fanno sottobanco o nel modo che forse qualcuno pensava di fare in passato. Tutto avverrà alla luce del sole, con tecnologie che possono portare evoluzione ma anche posti di lavoro».
Gli Stati Uniti, nostro partner naturale, sono oggi guardati da più parti con sospetto. Perché? «Ovviamente adesso una certa sinistra è diventata ostile a Musk, perché è un partner del governo Meloni e di Trump. Dunque, per alcuni non è più il grande genio che era un tempo. Ogni volta c'è questo preconcetto: se qualcuno si schiera con la destra o si avvicina a Giorgia Meloni diventa l'Anticristo. Vorrei ricordare anche che la nostra presidente ha avuto un rapporto corretto e leale anche con Biden, che non era di certo un sovranista».
«TODDE? UN'AMICA, MA DEVE FARE MEA CULPA»
Caos in Regione Sardegna, come si evolverà la situazione legata alla possibile decadenza della governatrice Todde? «Io penso che ci sia veramente la prova del dilettantismo e dell'improvvisazione del Movimento 5 Stelle. Sto ancora aspettando le scuse da parte dei protagonisti, perché comunque hanno fatto registrare alla Sardegna una brutta pagina».
«Io non sono fra quelli che ha chiesto subito le dimissioni o elezioni immediate – precisa l’esponente di Fdi –, ma semplicemente mi aspetto un'ammissione dei gravi errori commessi. Non nominare il mandatario, non aprire un conto corrente, non presentare una rendicontazione dettagliata, sono questioni gravi».
«Si cerca di screditare la Commissione di garanzia elettorale, che ha sempre aiutato qualunque candidato, ha sempre avvisato prima di emettere i propri elementi che si poteva rimediare e si poteva trovare una soluzione. È un comportamento scorretto e apre un precedente, perché in futuro chiunque potrebbe dire: “Se l'hanno fatto loro, perché non lo posso fare io?”. Allora, si ammetta pubblicamente di aver sbagliato e di aver causato un danno d’immagine, che poi non vuol dire per forza che debba decadere Todde, quello saranno i giudici a deciderlo».
«La presidente Todde, lo dico pubblicamente, è una mia amica personale, prima che un’avversaria politica, però mi aspetto da lei che abbia la bontà di dire: “Ho sbagliato”».