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Nei giorni scorsi hanno avuto inizio le audizioni della Commissione delle Attività produttive del Consiglio Regionale della Sardegna con i rappresentanti del comparto per affrontare la vertenza sul prezzo del latte.
In un comunicato, il Consigliere regionale di Campo Progressista e Sindaco di tergu, Gianfranco Satta; ha sottolineato come “Nelle giornate del 21 e 22 maggio, mentre venivano sentiti i rappresentanti dei pastori, delle organizzazioni di categoria e dei Consorzi di tutela, il numero legale per la validità delle sedute è stato garantito, con grande senso di responsabilità, dalla presenza in Commissione della minoranza consiliare regionale (presenti 4 componenti della minoranza e 4 della maggioranza, sul totale dei 10 effettivi)”.
A suo modo di vedere “Le assenze nelle fila della maggioranza sollevano un forte dubbio circa il reale senso di interesse sulla vertenza da parte della stessa componente politica. Dubbio che si trasforma in preoccupazione, se si pensa alle promesse fatte ai pastori in fase di campagna elettorale dal Governo nazionale”.
“In relazione alla proposta della nuova Assessora Gabriella Murgia, che nei giorni scorsi ha annunciato di voler portare il coordinamento del Tavolo sotto il controllo dell’assessorato dell’Agricoltura, – ha aggiunto Satta – si esprime parere positivo alla sola condizione che lo stesso non perda il rango del livello ministeriale raggiunto. Il Ministero dovrà farsi carico pertanto, al pari delle altre istituzioni coinvolte, del proprio ruolo e delle proprie responsabilità. Questo a tutela di tutte le parti interessate. In altre parole, che questo passaggio proposto non comporti un declassamento della vertenza, rendendo periferico un problema che in realtà ha tutti i crismi per essere riconosciuto di portata nazionale e come tale deve essere trattato”.
“Nel merito della vertenza, come componente della Commissione, ho portato al Tavolo diverse proposte. Innanzitutto – queste le parole del Consigliere regionale – ho chiesto che la Commissione, le organizzazioni di categoria e i rappresentanti dei pastori, in maniera unitaria, promuovano e sostengano un sistema di incentivi/disincentivi finanziari legati alla produzione del latte da ancorare alle reali richieste del mercato. Un insieme di regole che, attraverso un monitoraggio costante, possa fungere da guida sicura per il settore”.
“Inoltre,– ha proseguito Satta – riguardo la problematica della diversificazione del prodotto, ho proposto, in prima battuta, di puntare a portare il Pecorino Romano, il brand più conosciuto dai consumatori, sulle tavole degli italiani come formaggio da tavola, porzione di mercato da cui attualmente risulta escluso. Questo approccio, che ho proposto, sfrutta il lavoro già fatto dal Consorzio di tutela del Pecorino Romano, che ha approvato un disciplinare di produzione che lo rende meno salato e quindi maggiormente competitivo e aperto ad un mercato più ampio, quale appunto quello dei formaggi da tavola”.
“Ancora, per rilanciare e consolidare davvero il settore in maniera reale, duratura e condivisa, ho asserito che non si potrà prescindere dall’affrontare e risolvere i rapporti di forza tra le parti della filiera, che ora come ora vedono inesorabilmente i pastori come anello debole della catena. In questo senso, – ha ribadito ancora Satta – appare necessario puntare al rafforzamento delle cooperative, che non possono essere filiali o sub-agenzie degli industriali ma soggetti aggregatori di rilevo primario e garanzia di equilibrio del comparto stesso. In quest’ottica, – ha concluso – le cooperative dovranno essere interlocutori rappresentati dalle associazioni e non, come avvenuto in questa sessione di incontri, con il semplice invito di una sola cooperativa del settore”.