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È una campagna elettore dai toni particolarmente accesi quella che vede confrontarsi alle prossime elezioni del 25 aprile Paolo Truzzu, Lucia Chessa, Alessandra Todde e Renato Soru. In particolare, sono scoppiati i dissidi tra i candidati presidenti del Campo Largo e della Coalizione Sarda.
“Non posso seguire Alessandra Todde sulla strada dell’insinuazione” ha affermato seccato il fondatore di Tiscali rispondendo alle parole della vicepresidente pentastellata.
Quest’ultima, nella puntata di “Regionali Live”, in onda sui canali di Sardegna Live, del 29 gennaio, proprio su Renato Soru aveva detto: “Non accetto il fatto di aver utilizzato anche dei metodi in questa campagna elettorale che sono metodi di disconoscimento, metodi anche di tentare di ridicolizzare quelle che sono le mie competenze. Proprio lui che qualche anno fa mi aveva chiesto di diventare amministratore delegato del suo motore di ricerca di Istella. Sono cose che non stanno in piedi”.
La risposta dell’ex presidente della Regione Sardegna non è tardata ad arrivare: “Sono sbalordito che Alessandra Todde, per affermare la sua competenza per il governo della Sardegna abbia sentito la necessità di dichiarare pubblicamente che io, nel passato, le avrei chiesto di diventare amministratore delegato di una mia azienda. Come ben sa, con lei, io e il mio socio abbiamo semplicemente fatto dei colloqui di lavoro, al termine dei quali abbiamo ritenuto che non fosse adeguata e non le abbiamo mai formalizzato un’offerta di lavoro. Quello che maggiormente mi stupisce è che, dopo anni dalla sua cooptazione in politica, non abbia ancora compreso la differenza tra la gestione di una piccola società privata con 15 dipendenti e il governo di una regione complessa e di una comunità di un milione e 600mila abitanti. Suggerisco ad Alessandra Todde di mettere da parte i curricula professionali, veri o fasulli che siano. Parliamo invece di politica, non continui a scappare dai confronti pubblici”.
Per Alessandra Todde solo menzogne da parte di Renato Soru: "Le schermaglie promosse da Soru sono di una tale bassezza che non sarebbero meritevoli di alcun interesse se non per un aspetto, che invece dovrebbe interessare tutti i sardi: Soru sta mentendo e continua da tempo a mentire spudoratamente e senza ritegno. Ha cominciato a mentire sulla genesi della mia nomina come candidata presidente per la coalizione di cui faceva parte, ha continuato mentendo sulle ragioni per cui è saltato il previsto confronto privato a casa sua, ha perseverato col mentire sulle modalità che hanno portato al mancato accordo in occasione del tavolo di conciliazione organizzato dai Progressisti. Ha ancora mentito sul tema delle energie rinnovabili, diffamandomi e facendo allusioni smentite da atti pubblici chiari e inequivocabili e, proprio in questi giorni, ha nuovamente mentito sulle proposte contrattuali che ho da lui ricevuto e sulle sue attestazioni di stima nei miei confronti, delle quali ho evidenza già dal 2017 e che sono state reiterate fino a qualche mese fa. In merito alla sua ultima polemica, potrei pubblicare il carteggio via mail e il testo del contratto che ho ricevuto da lui, così come la mia netta rinuncia, ma la documentazione non la ho solo io. Dovrebbe controllare meglio la sua posta elettronica in uscita e in arrivo prima di fare l’ennesima brutta figura. Non pensavo che per un uomo tecnologico potesse essere un problema. Infine, mente sui miei titoli e sul mio curriculum, che ben conosce e che farebbe bene a ripassare prima di arrampicarsi in considerazioni-boomerang".
Poi un’ultima riflessione: "Se Soru mente sistematicamente come ha più e più volte dimostrato di fare in soli pochi mesi, su cos’altro sta mentendo e su cos’altro mentirà? A me sembra tutto molto grave e credo che le sarde e i sardi, quei tantissimi ancora in grado di ragionare con la propria testa, saranno d’accordo con me”, conclude Alessandra Todde candidata presidente per il centrosinistra in Sardegna".
Per Soru Alessandra Todde “ha inquinato il dibattito con fatti personali, ma non mi presterò a questa spirale discendente. Non fa parte della mia storia, politica e professionale, utilizzare circostanze personali e private per acquisire consenso e fare leva sulla pancia dell’elettorato. Le nostre differenze sono politiche, parliamo di politica”.