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In Aula al Consiglio regionale della Sardegna sono ripresi oggi i lavori, con una leggera dilatazione dei tempi: il focus si è concentrato sulla mozione 35, sottoscritta da tutti i capigruppo della maggioranza, con Roberto Deriu primo firmatario. La mozione impegna la Giunta a sollevare un conflitto di attribuzioni con lo Stato presso la Corte Costituzionale riguardo alla decadenza della presidente Alessandra Todde, che potrebbe portare allo scioglimento dell'Assemblea e, di conseguenza, a nuove elezioni.
Dopo aver rimandato il testo di legge sulla protezione della flora autoctona della Sardegna alle commissioni e aver approvato all'unanimità una norma tecnica sulla classificazione dei Comuni capoluogo di provincia per l'assegnazione dei segretari comunali, il presidente del Consiglio Piero Comandini ha sospeso la seduta per mezz'ora.
Interruzione necessaria per apportare modifiche ad alcune parti della mozione presentata dal Campo largo, dato che non tutti i membri della maggioranza hanno appoggiato determinate formulazioni. Anche l'opposizione, approfittando della pausa, si è riunita per definire la propria strategia: già in precedenza aveva annunciato la sua opposizione alla mozione, ritenendola inaccettabile.
La mozione, nel dettaglio, impegna la presidente e la Giunta "a deliberare tempestivamente la proposizione di un ricorso della Regione dinanzi alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzioni tra enti, al fine di ottenere una pronuncia a tutela della posizione e delle prerogative costituzionali degli organi regionali di direzione politica".
La tesi di fondo è che lo Stato, e quindi il Collegio elettorale che ha emesso l'ordinanza ingiunzione, non sarebbe competente a esprimersi sulla decadenza della governatrice. Come scritto nel testo, "la sua competenza è circoscritta alle cause di decadenza che colpiscono i consiglieri elettivi, mentre la presidente è consigliera di diritto". Il ricorso dovrà essere presentato entro il prossimo 4 marzo.