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"In realtà, la maggioranza c’era. Bastava che Draghi tenesse conto che la maggioranza dei Cinque Stelle coincideva con Di Maio, che aveva settanta, ottanta deputati ovvero il massimo a cui i 5 Stelle potessero ambire, e gli altri andavano alla deriva, ed era fatta. C'è un singolare sadismo in queste dimissioni, come se Draghi avesse voluto un pretesto per andarsene. Che corrisponde esattamente a quello che ha fatto".
A fare l'analisi dell'attuale situazione politica italiana è Vittorio Sgarbi, che commenta così le dimissioni di Mario Draghi e l'apertura della crisi di governo.
"Andandosene adesso, Draghi determinerà un rimpianto nell'opinione pubblica -è l'opinione di Sgarbi- la considerazione della follia di aver fatto cadere il suo governo e un consenso che potrà essere capitalizzato dal centro sinistra, e così ci sarà sicuramente il partito di Draghi che nascerà senza Draghi".
Secondo il deputato, "per i vari Brunetta, Gelmini, Toti, Di Maio, Calenda, il presidente del Consiglio indicato sarà Draghi. Quindi avremo più movimenti che indicano Draghi, e indicherà Draghi anche Letta". La risultante è che "avremo uno scontro bipolare tra Meloni e Draghi".
Per Sgarbi, dunque, "avremo una destra che indica quasi inevitabilmente la Meloni e l’area di Forza Italia in situazione molto imbarazzante, perché lo stesso Berlusconi tra Meloni e Draghi avrebbe qualche dubbio", sottolinea. Perciò "quello che la sinistra potrebbe esibire è quest'arma, nemmeno tanto segreta, ed è la ragione per cui Draghi se ne è andato prima di essere dissolto. Perché se ne fosse andato alla fine, sarebbe stato dimenticato. Invece ora lascia un retrogusto di rimpianto su cui la sinistra costruirà la sua campagna elettorale. Non hanno altri elementi, hanno solo Draghi", osserva il parlamentare.
E Draghi cosa farà, in questo caso? "Non potrà sottrarsi -dice Sgarbi- Perché, che sia disponibile o meno, nessuno impedisce a Mattarella di chiamarlo. Dunque questa è la prospettiva, ed è la ragione per cui Draghi si è dimesso. E' stato un gioco delle parti".
Adesso, per Sgarbi la situazione "è complessa. Brunetta ha tutte le carte per vincere ma l’incognita 'del Draghi dopo Draghi' mette il centro sinistra in una posizione molto meno sfavorevole. Il centro, non so come si chiamerà ma sarà il partito di Draghi. Cosa vale il partito di Draghi? Questa è l’incognita", conclude.