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“Questa signora qui, tale Desirè Manca, una sopravvissuta dei 5 Stelle, da alcuni giorni sbraita contro le mie visite in Sardegna. Una totale analfabeta istituzionale che non conosce, lei consigliere regionale (a sua insaputa) le prerogative dei deputati (anche le sue). Invece di dichiarare sciocchezze, la signora avrebbe fatto meglio a unirsi al mio gruppo. Avrebbe appreso molte cose (che ovviamente non sa) sulla sua Isola, ma soprattutto avrebbe conosciuto lo stile architettonico sobrio del romanico sardo. Cosa che avrebbe giovato al suo, di stile...”. Così Vittorio Sgarbi in un post sulla propria pagina Fb in risposta alla consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, che ieri aveva criticato la visita del deputato e critico d’arte al museo di Sassari, accompagnato dal presidente del Consiglio regionale, Michele Pais.
“Mentre in tutta Italia gli istituti della Cultura, come i musei, sono chiusi in zona arancione, in Sardegna le porte del museo della Brigata Sassari si sono aperte per permettere una visita guidata assolutamente vergognosa. Infatti nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais, avendo come ospite in città un parlamentare critico d'arte quale Vittorio Sgarbi, ha ben pensato di accompagnarlo a visitare il museo, alla faccia dei cittadini sardi ai quali le visite nei luoghi della cultura sono proibite da tempo” aveva attaccato Desirè Manca. "Così, Parlamentare e Presidente del Consiglio regionale hanno potuto ammirare il museo sassarese accompagnati dall'ex sindaco di Castelsardo Franco Cuccureddu, qualche congiunto e persino qualche amico. Un episodio vergognoso, manifestazione della casta in salsa sarda, della politica dei privilegi che ho sempre combattuto, e che oggi si è dimostrata in tutta la sua arroganza. La visita – aveva aggiunto l’esponente pentastellata – si è svolta al riparo da occhi indiscreti e non è stata pubblicizzata come di consueto in queste occasioni, ciò nonostante, quanto accaduto è la dimostrazione dell'esistenza di sempre nuove disparità tra il popolo sardo e una certa politica abituata a non rispettare le regole. Una nuova casta che oggi si muove ancora, ma con un pizzico di vergogna”.