“I 5 milioni stanziati dalla Regione Sardegna per le aziende colpite dalla siccità 2024 sono una presa in giro per chi ha subito i danni”. Lo sostengono i pastori senza bandiera Nenneddu Sanna, Fabio Pisu, Gianuario Falchi e Mario Carai.

“C’è poco da esultare per le risorse stanziate”, continuano rivolgendosi all'assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro pastorale, Gian Franco Satta.

I fondi per la siccità

Il 13 novembre scorso, l’esponente della Giunta Todde aveva annunciato lo stanziamento di 5 milioni di euro per gli allevatori di 141 comuni isolani colpiti dalla siccità nel corso del 2024: “Per rispondere concretamente alle emergenze, su mia proposta, la Giunta regionale ha autorizzato uno stanziamento complessivo di 5 milioni di euro destinati agli allevatori le cui aziende nel corso di questo 2024 sono state colpite dall’emergenza idrica – aveva detto Satta -. Aziende operanti nei 141 comuni isolani che hanno dichiarato lo stato di calamità naturale come da apposita Delibera di Giunta”.

I finanziamenti saranno concessi tramite l’Agenzia Laore Sardegna e gli stessi Comuni, con l'intento di assicurare un contributo a rimborso delle spese acquisto diretto di foraggi, mangimi e altri alimenti per il bestiame effettuato fra 1 gennaio e 30 settembre 2024.

I pastori chiedono interventi concreti

I pastori spiegano: “Sono state stimate in circa 6.000 potenziali aziende che potrebbero presentare la richiesta per queste risorse. Se tutte avessero un esito positivo si andrebbe a percepire circa 800 euro ad azienda. Con queste cifre – sottolineano Nenneddu Sanna, Fabio Pisu, Gianuario Falchi e Mario Carai - non si paga nemmeno la quota che ci verrebbe chiesta dai Caa (centro di assistenza agricola ndr) per pagare la domanda. Altro che rimborso per le fatture dal mese di gennaio al mese di settembre”.

I pastori senza bandiera chiedono quindi “che siano attuate misure concrete che possano dare una boccata d’ossigeno alle aziende in forte crisi e che vengano stanziate altre risorse per rendere questa misura credibile e che non sia la solita presa in giro per le aziende in sofferenza”.