“La Sider Alloys deve rivedere completamente il piano dei costi e dei profitti perché la richiesta di pagare l’energia 24 euro a megawatt/ora era stata presentata poco più di un anno fa all’allora ministro Calenda quando il prezzo di mercato era di 44 €/Mgwh. Oggi però il prezzo è salito a 59 euro e utilizzando tutti gli strumenti a disposizione della politica il prezzo può abbassarsi soltanto fino a 39 €/Mgwh. Con i piani presentati da Sider Alloys, significa che così comunque per l’azienda i conti non tornano e che occorre presto riconsiderare drasticamente e nell’insieme tutti i costi”. 

È quanto sostiene in una lunga nota su Facebook il deputato del Movimento 5 Stelle Pino Cabras, che preso parte ieri a Roma all’incontro convocato dal Ministero dello Sviluppo Economico sulla vertenza della ex Alcoa di Portovesme.

Erano presenti anche il vicecapo di Gabinetto del Mise Giorgio Sorial, il sottosegretario Davide Crippa, i rappresentanti del ministero del lavoro, il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, nonché gli esponenti di Invitalia, dell'azienda e dei sindacati.

“Rispetto al tavolo convocato a marzo, – sottolinea Cabras – l’azienda ha colmato i molti ritardi per i quali l’attuale governo a muso duro aveva chiesto a Sider Alloys che si desse una smossa” spiega Cabras. “In particolare, l’azienda ha concluso i contratti con la grande impresa cinese Chalieco-Sami e con altre imprese per il rimodernamento (revamping) degli impianti. E a differenza delle diapositive scarne della volta scorsa, stavolta il piano industriale è stato illustrato con indicazioni più precise sui ricavi e sui costi”.

Tuttavia sul costo dell’energia “Il leader della Fim-Cisl Marco Bentivogli e l’ex titolare del Mise Carlo Calenda, giocano allo scaricabarile e invertono il principio di causa ed effetto”, aggiunge il deputato 5 Stelle. 

Cabras specifica che “Nel corso dell’incontro è emerso infatti chiaramente che l’operazione tanto propagandata nel febbraio 2018 dal governo Gentiloni in fregola elettorale, era assolutamente incompleta. Il piano di abbattimento dei costi energetici non era pronto, come non lo era il piano industriale, e si sapeva solo che voleva portare il prezzo calmierato dell’energia al livello di 24 euro a megawatt/ora, in un’epoca in cui il prezzo era a quota 44 €/Mgwh. Nel frattempo, siccome il mercato dell’energia si muove senza citofonare a casa Calenda per chiederne il permesso, il prezzo è salito a circa 59 €/Mgwh”.

“Per questo motivo – prosegue – Invitalia, l’agenzia del Mise specializzata in sviluppo d’impresa e investimenti, ha proposto alla Sider Alloys un rapido e difficile adeguamento dei piani che riconsideri drasticamente e nell’insieme tutti i costi e soprattutto dei profitti attesi”.

A suo modo di vedere “Gli uffici del ministero e di Invitalia lavorano a tempo pieno per una soluzione, ma se le condizioni del mercato energetico, così sensibile anche agli eventi politici globali, dovessero peggiorare ancora? Gli elementi di vulnerabilità di tutta questa costruzione sono molto ingombranti. Chi faceva trionfalismo barava”.

“Al fondo rimane una questione, che pongo all’attenzione del governo e della giunta regionale – conclude Cabras -. “Occorre ripensare il modello di sviluppo del Sulcis, dove da decenni l’inerzia dell’interminabile declino industriale spinge a inseguire un’emergenza che diventa metodo di ‘sgoverno’. Bisogna riprogrammare tutte le risorse a suo tempo previste dal Piano Sulcis, uscire dalle monoculture e fare un vero revamping sociale”.