"Credo sia sotto gli occhi di tutti il fatto che la gestione commissariale, con l'arrivo del generale Figliuolo, abbia avuto certamente una svolta, nei numeri e nell'organizzazione, nel Paese e in Sardegna. Il governo Draghi ha una base parlamentare molto ampia, rappresenta punto di riferimento meno dedito a posizioni ideologiche e più orientato al pragmatismo del fare". Queste le parole del presidente della Regione Christian Solinas sulla Nuova Sardegna. 

"I numeri e tutti gli indicatori ci dicono che la situazione è profondamente migliorata - afferma -. Da tempo avremmo numeri per essere in zona bianca e la campagna vaccinale sta finalmente marciando. Fin dal principio gli hub e il servizio sono stati efficienti, avevamo la criticità del sistema di prenotazione che ora fortunatamente è stata superata con l'accordo fatto con Poste e con alcune iniziative mirate come i vaccine day nelle isole minori, aperture notturne e integrazione con il mondo del terzo settore" per raggiungere "i territori più interni". 

E sul famigerato pranzo a Sardara: "L'interrogativo maggiore, per le istituzioni, è se sia possibile tollerare che un sistema di relazioni trasversali che si consolidano alle spalle e all'insaputa delle istituzioni democraticamente elette, possa sostituirsi alla politica e alle istituzioni stesse. Ecco perché il disegno di legge 107, oggi più che mai era necessario. È la prima picconata ad un sistema che non è più tollerabile". 

Necessario, secondo il governatore, "perché incide sull'assetto burocratico della Regione per restituire speditezza, snellezza all'azione amministrativa e per individuare con chiarezza poteri e responsabilità. La Regione era organizzata con direzioni generali equi-ordinate: ciascuna era un piccolo califfato indipendente; dopo 40 anni c'è una riforma della struttura della presidenza". 

"Abbiamo bisogno di manutenzioni normative, già concordate con il Governo, sulla riforma sanitaria e sulla riforma degli enti locali. Abbiamo l'esigenza di fare l'assestamento di bilancio. Chiusa questa parte, ci può essere il momento di riflessione all'interno della maggioranza regionale. Ho fatto una scelta di cuore due anni fa, lasciando il Senato, ma per un sardo e sardista come me la presidenza della Regione Sardegna ha un valore inestimabile - conclude - e diventa una sfida importante e un obbligo morale contribuire in minima parte al miglior futuro".