“Entrano in Sardegna già positivi senza che nessuno li controlli poi se riscontriamo noi il contagio siamo gli untori d'Italia e l'epicentro dell'epidemia? E perché non si parla di Emilia Romagna, Veneto e della Versilia dove ci sono mega discoteche e i casi sono molto superiori ai nostri?”.

È quanto domanda il governatore della Sardegna Christian Solinas in una lunga intervista su L’Unione Sarda.

Proprio sulla riapertura delle discoteche per il mese di agosto, avvenuta tramite sua ordinanza, il governatore ha detto: “I giovani se non nelle discoteche all'aperto si sarebbero assembrati nelle spiagge, nelle piazze o nei lounge bar. Il tema era evitare la circolazione di soggetti positivi che potessero diffondere il contagio. Se poi vogliamo analizzare i numeri, anche in questo caso, i presunti contagi in discoteca sono una minima parte rispetto al complesso dei positivi. La promiscuità alla base dei contagi in alcune zone ben determinate è dovuta ad altre pratiche e ad alcuni mondi che evidente-mente hanno interpretato l'opulenza della vacanza co-me un esimente dalle norma-li precauzioni per il contenimento dei contagi”.

“È evidente – ha detto - che siamo davanti ad una vergognosa strumentalizzazione contro la Sardegna ed in particolare a discapito del suo sistema turistico-ricettivo, che ha dimostrato, nonostante le forti criticità, una grande capacità di ripresa: basti pensare che questa tempesta mediatica segue la diffusione del dato sulle presenze registrate al 10 agosto, che si apprestavano a superare i 7 milioni”.

“I primi risultati dell'indagine di siero-prevalenza Sars-CoV-a, condotta dal ministero della Salute, in collaborazione con Istat e Croce Rossa Italiana, hanno confermato che col valore di 0,3 abbiamo avuto sul nostro territorio la minore circolazione virale di tutta Italia. Ciò significa – ha spiegato Solinas al quotidiano - che prima della riapertura senza limitazioni voluta dal Governo contro la nostra volontà, avevamo mantenuto l'Isola davvero Covid-free. Ed anche oggi, nonostante la ripresa della curva dei contagi, tutti i focolai sono di importazione odi ritorno, cioè persone già positive che sono state testate una volta giunte in Sardegna o sardi che si sono infettati durante le vacanze all'estero e sono rientrati con il virus, contagiando alcune volte i propri congiunti. In questo momento non è la Sardegna a spaventare ma la faciloneria o la malafede di chi vuole rappresentarla come il problema nonostante il numero maggiore di casi registrati in altre parti del Paese, delle quali non si parla”.

E ancora: “Sapevamo che i grandi flussi turistici legati alla stagione estiva avrebbero esposto al rischio di una nuova diffusione virale ed è per questo che avevamo chiesto a gran voce al Governo fin da maggio l'obbligo di un certificato di negatività al virus per potersi imbarcare su navi e aerei diretti in Sardegna. Non siamo stati ascoltati, siamo stati derisi, accusati di proporre modelli incostituzionali o addirittura discriminatori, salvo poi riproporli, con colpevole ritardo, per i passeggeri provenienti da Spagna, Croazia o Grecia".