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“Da oltre vent’anni gli abitanti della Valle del Cedrino sono costretti ad acquistare l’acqua in confezione per usi alimentari con gravi e talvolta insostenibili costi economici. Questo perché, com’è tristemente noto, l’emergenza idrico-sanitaria che ha interessato le acque provenienti dalla diga di Pedra ‘e Othoni sul fiume Cedrino, infestato dalla presenza di alghe tossiche, non è mai stata risolta. Ciò, nonostante il maxi stanziamento di cinque miliardi e mezzo di lire, destinato dalla Comunità Europea, addirittura prima del 1999, alla realizzazione di una condotta adduttrice che avrebbe trasportato l’acqua dalla sorgente di Su Gologone all’impianto di potabilizzazione di Galtellì per soddisfare le esigenze idriche dei centri della Baronia, in particolare dei Comuni di Orosei, Galtellì, Irgoli, Loculi e Onifai”.
Lo ribadisce il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Roberto Li Gioi, in una interrogazione e rivolta agli assessori ai Lavori Pubblici, all'Ambiente e alla Sanità, per sapere se “Tale condotta adduttrice, fondamentale per la risoluzione dei problemi idrici della Baronia e di Calagonone, sia stata effettivamente ultimata e collaudata”.
Nei giorni scorsi, sulla vicenda era intervenuto anche il Consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione, Franco Mula, che aveva parlato di un tavolo tecnico per risolvere le criticità portate all’attenzione dell’opinione pubblica dai sindaci, dai cittadini e dai comitati di quel territorio.
“Una dichiarazione – questa la replica di Li Gioi – che potrebbe far bene sperare se non si trattasse di una seconda promessa, seguita a una prima, identica, del 22 luglio scorso, mai mantenuta. Attendiamo quindi che le dichiarazioni diventino fatti concreti”.
“La situazione è intollerabile – aggiunge – nessuno può negare ai cittadini il diritto di godere dell’acqua potabile pubblica. Occorre intervenire immediatamente per mitigare il grave stato di inquinamento in cui versano i fiumi Cedrino e Tirso e per completare il sistema depurativo a maggiore criticità”.
“I lavori di realizzazione della condotta adduttrice risultano conclusi nel 2001 – queste ancora le sue parole – ma ancora oggi non è possibile sapere con certezza se sia stato effettuato un collaudo. Sono trascorsi ormai quasi vent’anni da quando tale criticità è stata accertata, e questa condotta non è stata mai pienamente utilizzata per lo scopo a cui sarebbe dovuta servire, ovvero liberare la Baronia dallo stato di emergenza idrico sanitaria. Ebbene, tutt'oggi permangano intatte le ragioni e le condizioni che avevano giustificato la realizzazione dell’intervento”.
“È giunto il momento di affrontare seriamente la situazione – conclude Li Gioi -. Gli assessori competenti comunichino tempestivamente quali misure urgenti intendano adottare per tutelare l'ambiente e porre rimedio al grave stato di emergenza idrico-sanitaria venutosi a creare in questi decenni”.