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«La Regione potrebbe gestire i parchi nazionali sardi». L’ha detto Renato Soru nel suo intervento all’evento del WWF “Sardegna capace di futuro”, ospitato stamattina alla ex Manifattura di Cagliari.
Intervistato dal presidente di WWF Italia Luciano Di Tizio e dal coordinatore della Sardegna Antonio Canu, il candidato presidente della Coalizione sarda ha presentato la sua visione dell’ambiente come risorsa sostenibile per lo sviluppo dell’isola. «Per me – ha detto - tutta la Sardegna è un’area protetta e noi vogliamo renderla l’isola verde dell’Europa e del Mediterraneo, l'isola della biodiversità, l’isola circolare dove non ci sia un rifiuto che poi viene smaltito, ma tutto ciò viene raccolto possa essere differenziato e riutilizzato».
Poi la ricognizione sui parchi nazionali del Gennargentu, dell’Asinara e de La Maddalena: «Il parco del Gennargentu esiste solo sulla cartina o, come mi ha detto una persona della zona, è solo un cartello stradale – ha detto spiegato Soru -. In quello dell’Asinara è tutto bloccato: è commissariato da sempre, non sono ancora stati fatti il piano del parco e il piano di gestione, il ministero dell’Ambiente stanzia meno di un milione di euro all’anno. Nonostante questo il ministero dell’Ambiente vuole portare totalmente a Roma la gestione del parco dell’Asinara, escludendo del tutto le già poco coinvolte comunità locali. E per quello de La Maddalena, che dire? Andate a vedere l’arcipelago d’estate: a cosa serve il parco se permette l’abuso che si compie ogni estate in quella zona con centinaia e centinaia di barche schiacciate in quelle acque?»
«Da presidente della Regione – ha continuato il leader della Coalizione sarda - , chiederei una norma d’attuazione allo Stato per definire meglio queste competenze con la Regione, perché penso che la gestione di un parco nazionale possa andare in capo alla Regione. Poi il ministero dell’ambiente può monitorare e intervenire nel caso di qualcosa non gestita nel modo giusto».
«Nel passato – ha proseguito - si è sempre pensato all’attività forestale come forma di assistenzialismo per le zone interne. È stata invece la realizzazione di una grande industria della qualità ambientale. Se consideriamo le aree gestite dall’agenzia regionale Forestas e quelle gestite da privati, quelle adibite a usi civici, i pascoli arborati, abbiamo un patrimonio enorme, il più grande d'Italia che lavora in silenzio per la cattura del CO2 e la produzione di ossigeno. Questo lavoro per la pulizia dell’aria finora non ha finora prodotto valore economico, ma può essere certificato e venduto alle aziende del mercato globale attraverso i carbon credits. Con il rafforzamento di Forestas possiamo così creare lavoro nelle zone interne».
Alla domanda sulle cose a cui dare priorità se eletto presidente, Soru non ha avuto esitazioni: «Nel 2006, in 18 mesi siamo riusciti ad approvare con un lavoro enorme il piano paesaggistico regionale per la fascia costiera. In tanti hanno fatto campagna elettorale dicendo che lo avrebbero cancellato e invece è ancora là. Quando mi dimisi nel 2008, era pronta all’80% anche la parte relativa alla Sardegna interna, che è bellissima e importante almeno come quella costiera. è una delle mie priorità, è una di quelle cose per cui sento il senso del non finito che mi ha portato a tornare a impegnarmi in politico. Il Ppr non è una serie di vincoli, ma è l’idea di un modello di sviluppo diverso: vivere e convivere con la natura, in maniera più semplice, consapevole e sostenibile per il futuro.»