«Sul gas il governo fa una scelta miope e di retroguardia. Avremo il Galsi, che si farà con anni e anni di ritardo, mentre il mondo va in un’altra direzione e la transizione energetica, vera chiave dello sviluppo della Sardegna, è in moto». Lo ha detto il candidato presidente della Coalizione sarda Renato Soru, commentando le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, che oggi a Cagliari ha annunciato l’imminente approvazione del decreto Energia.

«Il futuro impianto rigassificatore a Porto Torres e la dorsale che attraverserà la Sardegna da nord a sud – continua Soru – rischiano di entrare in servizio e portare benefici per pochi anni, per poi diventare resti di un passato remoto oltreché ulteriori sfregi al nostro territorio. Quando, poco meno di vent’anni fa, insieme all’allora presidente del Consiglio Romano Prodi, volammo in Algeria per chiudere gli accordi sulla fornitura di gas, il metanodotto era un’opera di grandissimo valore strategico, che garantiva al nostro paese l’accesso a una fonte di energia, ci metteva al riparo dagli alti e bassi dei rapporti con la Russia e finalmente rendeva disponibile il metano in Sardegna.»

«Oggi però il mondo è cambiato – dice il leader della Coalizione sarda - e resuscitare il progetto Galsi è una decisione miope e anacronistica, di chi si ostina a non guardare in che direzione sta andando il mondo e sceglie una fonte energetica in dismissione. Il 2050 e l’eliminazione delle fonti non rinnovabili sono dietro l’angolo. Ed è una scadenza che i cambiamenti climatici sempre più violenti ci indicano come improrogabile. Lo dice la scienza, ma il governo Meloni ha evidentemente altre idee al riguardo. «Invece di spendere miliardi per opere immense che non sappiamo bene a cosa serviranno dopo – dice ancora Soru - , il governo dovrebbe spingere per la transizione energetica, un percorso ormai inarrestabile anche grazie al continuo progresso tecnologico che rende pannelli fotovoltaici e turbine eoliche sempre più efficienti ed esponenzialmente produttivi. La Sardegna vuole andare in questa direzione. Il sole e il vento sono il nostro oro, fonti di energia eterne, pulite, gratuite, che possiamo sfruttare per fare finalmente l’atteso salto verso lo sviluppo e il benessere».

«I fatti di questi mesi – spiega il candidato - ci dicono però che, alla Sardegna e ai sardi rischia di rimanere ben poco dell’energia rinnovabile che qui si vuole produrre con impianti sempre più grandi e invasivi del territorio. Ritengo allora che sia una priorità sottrarre ai ministeri romani il controllo del processo autorizzativo delle nuove centrali. A Roma sono interessati solo alle quantità promesse in sede europea e trascurano aspetti fondamentali, come la tutela del paesaggio e l’equa distribuzione dei benefici a favore dell’intera società sarda e non della rendita parassitaria.» «Per questo propongo che la scadenza delle concessioni delle nostre centrali elettriche del 2029 venga riportata nella disponibilità dell’amministrazione regionale. E prevediamo nel programma la creazione un’Agenzia Regionale per l'Energia, un ente pubblico di coordinamento e controllo che abbia come priorità il soddisfacimento del fabbisogno dell’intero sistema pubblico regionale, dei comuni, dei consorzi di bonifica, del sistema idrico, per il sostegno alla competitività delle imprese, per il taglio dei costi delle nostre famiglie».