Un tavolo di lavoro per la linea ferroviaria Nuoro-Macomer attivo da fine luglio che vedrà coinvolti il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Regione Sardegna, Rfi, Arst e prefetto di Nuoro.

Lo ha chiesto il vicepremier Matteo Salvini, in visita in Sardegna per impegni istituzionali nei giorni scorsi.

"L'obiettivo è analizzare puntuali velocizzazioni del tracciato Nuoro-Macomer - si legge in una nota del Mit - intervenendo con miglioramenti della tecnologia in uso e la previsione di un servizio 'Express' senza fermate intermedie in grado di contribuire a ridurre il tempo di percorrenza tra le due località". Sarà valutata anche la realizzazione di una nuova linea ferroviaria di circa 55 chilometri tra Abbasanta, ubicata 23 chilometri a sud di Macomer, e Nuoro sfruttando il corridoio di mobilità offerto dalla SS 131 Dcn.

“Ringrazio il ministro Salvini per l’attenzione dimostrata sul delicato tema del potenziamento e dell’efficientamento della rete ferroviaria del Nuorese. L’apertura di un tavolo al Ministero conferma ciò che abbiamo sempre detto: senza l’intervento del Governo la ferrovia a scartamento ordinario non si potrebbe realizzare”, ha detto l’assessore regionale dei Trasporti, Antonio Moro.

“Così come ho sempre dichiarato in ogni sede e circostanza – ha proseguito l’esponente della Giunta Solinas – la Regione è a completa disposizione per valutare tutte le opzioni progettuali utili a efficientare il collegamento esistente e realizzarne uno nuovo con le più recenti tecnologie e le migliori soluzioni trasportistiche. Sono certo che la rinnovata collaborazione e la sinergia che registriamo con il Governo nazionale e con il Ministero delle Infrastrutture consentirà al territorio del Nuorese di cancellare una storica penalizzazione, come l’esclusione dalla rete gestita dalle Ferrovie italiane”.

“Colgo anche l’occasione per sgomberare il campo da fraintendimenti e strumentalizzazioni. La Regione non è mai stata contraria a ipotesi e soluzioni che garantiscano il diritto alla mobilità dei sardi, a cominciare da quelli che vivono e lavorano in territori strutturalmente svantaggiati. Allo stesso tempo – conclude l’assessore Moro – ha sempre evidenziato la necessità di un intervento dello Stato per la realizzazione di opere infrastrutturali così onerose e complesse”.