PHOTO
«Dispiace vedere i pastori che stanno buttando via il latte perché dietro c’è lavoro e dispiace vederli fare un atto di questo tipo. Certamente non può essere sufficiente un prezzo del latte a 0,60 centesimi perché non copre i costi di produzione. È questo è il problema vero, che sta determinando tutta questa situazione».
Sono queste le parole che ci ha dichiarato l’Assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna, Pier Luigi Caria, in merito alla vertenza sul prezzo del latte.
«Abbiamo lavorato in questi mesi ad un tavolo con tutta la filiera, dove sono presenti tutti – ha aggiunto Caria –. La Regione non può determinare il prezzo del latte, sennò lo avremmo già fatto e non saremo stati in questa condizione, ma allo stesso tempo ha il compito di fare interventi di tipo strutturale o come quello che abbiamo messo in campo di fare incontrare tutta la filiera (pastori, trasformatori, cooperative, organizzazioni agricole, Oilos, i consorzi di tutela delle tre dop e quelli di garanzia, il Banco di Sardegna, agenzie agricole e la Regione)».
«Tutti assieme, da qualche mese,– ha sottolineato – stiamo lavorando per individuare dei criteri che mettano un pò di regole nella filiera e che possano garantire di mantenere un prezzo del latte più alto e, come conseguenza, un prezzo dei formaggi, in modo particolare il pecorino romano, almeno in base alle trattative di mercato».
«In queste settimane – ha rimarcato – abbiamo scritto un’ipotesi di accordo che ha 13 articoli: su 12 di questi, che rappresentano le regole, si è raggiunto un accordo unanime. È rimasto aperto un articolo che riguarda l’eventuale individuazione di un prezzo di latte, che noi vorremmo inserire nella struttura, e quali parametri usare per poter evitare che si sia un condizionamento di un singolo, o di più soggetti, o di una parte della filiera rispetto al resto della filiera».
«Il passaggio importante, – a suo modo di vedere –, è stata, per la prima volta nel tavolo, l’apertura da parte anche degli industriali, hanno chiesto qualche giorno di tempo per parlare con gli altri colleghi industriali e con la cooperazione per individuare assieme un percorso che possa, sulla base delle proposte fatte al tavolo, possa ottemperare le esigenze, da un lato quella di dare un prezzo più adeguato al latte, dall’altro di individuare un parametro che consenta di determinare un prezzo minimo del latte. Credo sia un segnale importante che venga accolto da tutti».
«A tutti ho chiesto – ha ribadito l’Assessore – e sto chiedendo di fare qualche piccolo passo indietro per cercare di trovare un accordo complessivo in modo tale che se la filiera sottoscrive all’unanimità quel protocollo d’intesa, credo che ne possano uscire tutti soddisfatti. Avrei voluto chiudere ieri il tavolo, ma se servono questi tre-quattro giorni che sono stati chiesti per arrivare a una soluzione positiva, alla fine con il buon senso spero che si arrivi a definire tutto».
«Il tavolo si è riconvocato per mercoledì sera – ha concluso -. Mi sembra che i presupposti ci possano essere. Noi stiamo facendo tutti gli sforzi perché questa vicenda si chiuda positivamente, ma non dipende dalla Regione che sta mettendo assieme tutte le parti. L’accordo deve nascere tra loro. Sono fiducioso che ci siano i presupposti per trovare una soluzione positiva e su questo ci stiamo adoperando con tutti gli interlocutori. La nostra parte l’abbiamo fatta, abbiamo cercato di mettere campo tutte le azioni per salvaguardare questo importante comparto che è patrimonio storico della nostra regione».