Prima la candidatura alla carica di governatrice con la lista indipendente Anima Sarda, poi il passo indietro in favore dell'unità della coalizione dalla quale era clamorosamente fuoriuscita. Infine, dopo la sconfitta del centrodestra alle regionali, l'addio a Forza Italia e la corsa a Palazzo Bacaredda: Alessandra Zedda è la candidata sindaca a Cagliari della compagine composta da FdI, Lega, Fi e soci.

Un inizio 2024 movimentato per l'ex assessora regionale e vicepresidente della Giunta Solinas, che in settimana ha annunciato di aver accettato l'invito a raccogliere il testimone di Paolo Truzzu, sindaco uscente del capoluogo sardo che, dopo essere stato battuto da Alessandra Todde alle regionali, non si ripresenterà per un secondo quinquennio da primo cittadino.

La convergenza su Zedda non è stata gradita dal Psd'Az, che intendeva puntare sul suo uomo forte Gianni Chessa. Nel nome della dirigente cagliaritana, così, si è consumato il momentaneo strappo sull'asse Lega-Quattro Mori con l'abbandono della coalizione da parte dei sardisti sancito da un comunicato al vetriolo a firma dal presidente Antonio Moro.

Abbiamo intervistato Alessandra Zedda.

Le impressioni sui primi giorni da candidata sindaca?

"È stato un fulmine a ciel sereno. Avevo altri programmi, poi è arrivata la proposta da parte della coalizione unita, anche perché la rottura col Psd’Az non era ancora avvenuta. La nostra è una coalizione che ha ancora voglia di stare insieme, in questo caso per un progetto che vede per Cagliari un futuro di benessere crescente".

Realisticamente, ci sono margini per ricucire coi sardisti o a questo punto è complicato?

"Le trattative sono nella disponibilità dei leader di partito e di tutta la coalizione. Le porte sono aperte. Possiamo riprendere il dialogo nonostante la dialettica forte di queste settimane abbia inficiato il nostro percorso comune a causa di incomprensioni. C'è ancora tempo affinché prevalga la capacità di sviluppare le affinità che sono il valore aggiunto della squadra di centrodestra".

La Lega ha avvallato la sua candidatura, a questo punto lei è un'esponente della Lega?

"Io mi sono avvicinata alla Lega in occasione delle ultime regionali. Ho col partito, in particolare col ministro Salvini, un rapporto di carattere professionale. E anche la Lega, che inizialmente aveva dato l’ok per la candidatura del suo alleato Gianni Chessa, quando è emerso il mio nome ha deciso di puntare su di me congiuntamente alla coalizione".

Come è maturata la decisione di abbandonare Forza Italia?

"Dopo aver portato a termine regolarmente il mio mandato in Consiglio regionale con Forza Italia, ho ritenuto che la mia esperienza nel partito fosse giunta a termine. Negli ultimi mesi sono accaduti alcuni avvenimenti importanti. La scomparsa del presidente Berlusconi in primis. Poi ho registrato la mancanza di disponibilità da parte di Fi a puntare su di me per la presidenza della Regione. Non c’erano più le condizioni per portare avanti un cammino comune. Così ho proposto la mia lista civica per la Regione e, anche se ho fatto un passo indietro, lì è maturato il mio distacco dal partito col quale, in ogni caso, sono ancora alleata".

La aspetta una sfida difficile: raccogliere l’eredità di Truzzu già bocciata alle regionali. Come pensa di intercettare la fiducia dei cagliaritani?

"Non mi piacciono i processi alle intenzioni né i processi rispetto a questioni sulle quali non ho inciso personalmente. Raccolgo un’eredità che va valorizzata, verificata e, soprattutto, se c’è qualche aspetto che non risponde alla mia idea avremo modo di modificarlo, integrarlo e migliorarlo. Amo le sfide e voglio proporre nuove idee che migliorino la vita dei cittadini, della Città metropolitana e di chi viene a Cagliari per lavoro o per i servizi offerti. Voglio guardare avanti".

Tre punti chiave per traghettare Cagliari verso il prossimo decennio?

"Non ho ancora avuto modo di confrontarmi con tutti gli alleati in maniera approfondita. Quindi sarebbe scorretto porre sul tavolo questioni frutto di una riflessione personale. Certamente immagino una città dove aumentano i residenti, con una qualità della vita migliore per tutti e non solo per alcune fasce della popolazione, con servizi e infrastrutture moderne a disposizione dei cittadini. Una Cagliari capitale della Sardegna e porta aperta sul Mediterraneo".

Si era parlato di una possibilità di trovare una sintesi anche con Giuseppe Farris, candidato sindaco con una lista civica ma con un importante passato nel centrodestra. Lui però ha stroncato sul nascere ogni ipotesi di collaborazione.

"Non voglio parlare di Farris".

Per quanto riguarda il centrosinistra, è sempre più probabile la candidatura di Massimo Zedda senza passare per le primarie. Che competitor sarebbe?

"Ho rispetto di tutti gli avversari. Conosco Massimo, è una persona sicuramente di valore, ma la mia proposta è alternativa".

Migliore?

"Alternativa. Se è migliore lo diranno i cittadini, soprattutto fra cinque anni qualora mi dessero la possibilità di guidare la mia amata città".