Arrivano con la speranza di una nuova vita: un lavoro, una casa, magari un auto per gli spostamenti, ma soprattutto tentano di garantire il pranzo e la cena ai loro figli. Sono i migranti provenienti dalla Siria, ma anche dall'Afganistan, dall'Iraq ed altri paesi a rischio. Hanno un comune denominatore: sono tutti di religione islamica.

La Germania chiude le sue frontiere, l'Ungheria solleva muri di filo spinato ed arresta chiunque tenti di entrare clandestinamente, altri paesi rifiutano la “quota” loro assegnata. Non c'è accordo sul da farsi, le istituzioni rimangono impietrite, non sanno che pesci prendere. Si tenta di evitare disperatamente che l'esodo continui, inarrestabile. Un'immane ondata di truppe islamiche sta invadendo i nostri territori alla ricerca di una sistemazione e forse, chissà, come la Fallaci sosteneva già oltre 15 anni or sono, tentando di conquistare, islamizzandole, le nostre città ed i nostri paesi.

David Cameron, premier inglese, ne è convinto e lo dice apertamente, altri lo temono ma non lo dicono. Molti nostri politicanti invece, incuranti del pericolo che si insinua tra noi, si ciondolano davanti alle telecamere mostrandosi preoccupati per la sorte dei poveri migranti, sfruttando la ribalta per scopi elettorali. Aiutati da diversi giornalisti, quasi fosse solo un terreno ideologico su cui scontrarsi, continuano imperterriti a sostenere di dover accogliere tutti indiscriminatamente, senza che mai si parli di soluzioni che puntino all'origine del fenomeno.

Il presentatore di Uno Mattina, Franco di Mare, non crede vi possano essere terroristi mescolati tra i migranti. Beato lui che è cosi sicuro!!! Un responsabile della Caritas di Cagliari, intervistato da un Tg regionale, arriva addirittura a lanciare la proposta (vomitevole) di ripopolare il centro Sardegna con i profughi in arrivo.

Nel frattempo l'IS diventa più forte, più ricco, più potente. Continua impunito a distruggere patrimoni dell'umanità sopravvissuti per 3000 anni alle guerre più disparate. Solo la Russia adotta una posizione militare diretta, ma paradossalmente piovono critiche da tutte le parti. Eppure questo fenomeno migratorio interessa tutti ed è unico nella storia, con tutti i rischi connessi: sanitari, sociali, economici.

Nessuno di noi vorrebbe una guerra, ma di questo passo rischiamo di trovarci davanti ad un cambiamento epocale delle nostre esistenze. Potrebbero diventare buie, tristi, senza quella libertà che delle volte ci appare lesa o ristretta, eppure ci consente di compiere gesti che potrebbero diventare non più normali, scontati, quotidiani.   

Nel 711, attraversato lo stretto di Gibilterra, le milizie del defunto Maometto sbarcarono nella penisola Iberica e si imposero sui relativi cattolicissimi sovrani. Ci rimasero ben ottocento anni e sottomisero la popolazione ai loro precetti religiosi ed alle loro regole ferree. Se incrociava un musulmano, il cristiano non poteva neppure guardarlo, altrimenti si finiva impiccati o bruciati. Le monache venivano violentate sistematicamente, con l'ulteriore sfregio di subire tale violenza sbattute sull'altare delle chiese più importanti. Una suora al giorno, finite le quali, tutto veniva dato alle fiamme.

Anche quell'orda di fanatici, come oggi fa l'IS, marciava sotto la bandiera nera con la mezza luna, e nel 721 varcava i Pirenei soffocando le resistenze francesi, ammazzando e violentando chiunque osasse ostacolare l'avanzata. Rimase tristemente famosa la strage di Carcasonne, tutti i maschi, furono massacrati, le donne e i bambini ridotti in schiavitù. Nell'827 l'ondata musulmana sbarcò in Sicilia dove ci rimase per due secoli e mezzo, islamizzando i conterranei di Montalbano a suon di crocifissioni, violenze, persecuzioni e grandi roghi alimentati da uomini e cose, insieme a preziosi e antichi oggetti della liturgia. 

Cosa fa l'ONU? Cosa fa L'UE? Cosa fa il Nostro Governo?

Come dice papa Francesco e la canzone da cui prende spunto: “Parole, parole, parole”…