E' di poche ore la notizia, che la grancassa dei media riporta con grande enfasi, dell'apertura di una procedura d'infrazione a carico dell'Italia da parte dell'Unione Europea. Seguiranno pesanti sanzioni, se non si dovesse adeguare, finalmente, alla Direttiva europea, la quale prevede pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle imprese fornitrici, entro i 60 giorni.

Alla notizia Padoan si è svegliato frastornato: “ma come? Siamo cosi puntuali”!! Tajani, autore della procedura, afferma: “dopo diverse raccomandazioni ufficiali, siamo stati costretti ad intraprendere la procedura”.

In effetti tali pagamenti attualmente seguono una media di circa 7 mesi, con punte di 36. Ma ecco che quale rassicurazione, arrivano le dichiarazioni dell'ex sindaco di Reggio, ormai assoldato quale uomo della medicina del villaggio: “abbiamo le risorse per pagare tutti i debiti certificati”.

Ah bene!! Finalmente una buona notizia: i soldi ci sono!! Un fiume di danaro, che si stima aggirarsi intorno ai 90 miliardi di euro, i quali potrebbero finalmente far ripartire la nostra economia ormai al collasso. Beh, il barbuto Del Rio, dice che li abbiamo. Yuuuuu!!! Verrebbe da esultare gioiosi.

Niente più TASI, TARES o IMU allora. Ma sopratutto via ad una grande boccata d'ossigeno per  le imprese italiane che oggi sono in crisi proprio a causa della mancanza di liquidità. Quella stessa liquidità che le banche, interessate molto più a lauti e facili guadagni sul fronte del debito pubblico, negano spudoratamente a imprese e famiglie che vorrebbero costruire il loro futuro.

“Guardi, provi a portarmi il 730 di sua Bisnonna quale garanzia”, oppure: “ok vi concediamo il fido, ma a condizione che la stessa cifra sia vincolata in un conto blindato”. Queste le tipiche risposte a imprese e famiglie, ricorrenti negli ultimi tempi. La realtà supera la fantasia, ma è questa la vera natura del grande patto stipulato in silenzio: “fermiamo la liquidità per fermare l'economia reale”.

A che pro? Direte voi.  La risposta sta nel silenzio del Marchese del Grillo, e nello stupore dei suoi alfieri principali. I quali probabilmente non si aspettavano veramente la notizia giunta alle loro orecchie. “Come, come??”. “Ma, non eravamo d'accordo??” Parrebbero dire nel loro stupore il ragionier Pier Carlo e il Dottor Graziano.

Il quale, smesso finalmente di sfornare figli, troverà sicuramente le solite escamotage quando verrà a galla la dura realtà: una borsa statale vuota. La quale non permetterà di pagare alcunché, al massimo la “contravvenzione” per l'infrazione, o la retta dei suoi 9 figli all'università.

Cosi come del resto faceva il Marchese del grillo, che pur immerso nei privilegi più lussuosi, potere di stampar moneta non ne aveva alcuno, e neppure voglia o capacità di cambiar le cose. E per tale motivo crescevano i debiti. Finché non giunse al suo posto un sosia.

Un uomo della strada abituato a ben più difficili restrizioni, ma sopratutto a semplici regole di buona amministrazione. In pochissimo tempo fece fruttare l'economia dei suoi poderi, soddisfò sessualmente moglie e cameriera, oltre che riuscire a chiudere i debiti verso i suoi fornitori e operai.

L'Albertone nazionale starà sorridendo sornione alla vista di Matteo: “stà a pensà ar Senato, stò burino”!!