"Il Cagliari ha subito infilato e umiliato l'Inter. Oltre 60mila gli spettatori, se li è meritati Riva che qui soprannomino "Rombo di Tuono". Così, il giornalista della Gazzetta dello Sport Gianni Brera, con una delle sue pennellate dipingeva il bomber del Cagliari Gigi Riva nel 1970. Una vita donata alla Sardegna e ai sardi di cui è diventato l'idolo sportivo per eccellenza grazie alle epiche vittorie col Cagliari a cavallo tra gli anni '60 e '70. Rombo di Tuono, quest'anno, ha spento 70 candeline, un traguardo importante in occasione del quale l'isola intera si è stretta a lui in un braccio carico di commozione e gratitudine. Le immagini delle sue imprese sono ancora vivide nella memoria dei sardi e degli appassionati di calcio di tutto il mondo. Arrivò in Sardegna non ancora ventenne partendo dal nord Italia alla volta di un'isola allora lontana nel tempo e nello spazio. Fu amore a prima vista: con Riva in campo il Cagliari venne promosso per la prima volta in Serie A e lì, in quel momento, cominciò la favola di Rombo di Tuono. Il magico scudetto 1969-70 legò per sempre il nome di Riva al cuore dei sardi, "Con la vittoria dello scudetto" diceva ancora Brera "la Sardegna è entrata in Italia per la prima volta". Fu una rivincita sociale, per la prima volta una squadra del sud si imponeva sulle regine di Milano e di Torino. Poi gli Europei vinti a Roma con la maglia della Nazionale, Città del Messico e la partita del secolo. Albertosi, Domenghini, Nenè e Riva. Nomi che fanno brillare gli occhi di chi ha vissuto quell'epoca. Nel 2005 il Cagliari ha ritirato per sempre la maglia numero 11 dalla sua numerazione ufficiale. Un omaggio dovuto: nessuno giocherà più con la maglia che fu di Gigi Riva.

 

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