PHOTO
Autunno in Barbagia è il viaggio in un tempo che non c’è più attraverso gli spazi che ne hanno conservato le tracce, il passaggio, le memorie. A Desulo, l’itinerario della manifestazione, vive una tappa particolarmente significativa e ricca di momenti e suggestioni che in occasione de La Montagna Produce riecheggiano fra le valli boscose del Gennargentu.
In un simile contesto nasce e si sviluppa il progetto del Premio Letterario Montanaru, giunto ormai alla sua XXVI^ edizione.
Il concorso letterario, promosso dall’amministrazione comunale e dedicato all’illustre figura del poeta desulese Antico Casula detto Montanaru, è un appuntamento culturale di indubbio spessore che nei decenni ha attirato l’attenzione di appassionati e cultori della poesia in lingua sarda, nelle sue molteplici varianti dialettali. Ogni anno i poeti provenienti da ogni parte della Sardegna trovano in Desulo una piazza di incontro, confronto, espressione e valorizzazione delle proprie composizioni.
L’idea di promuovere l’evento sotto il nome di Montanaru è una scelta quasi dovuta. Antioco Casula, infatti, come spiega Massimo Melis, Assessore alla Cultura del Comune di Desulo, “è sempre stato per i desulesi, e per i grandi appassionati di lingua e poesia sarda un punto di riferimento, per il suo estro poetico e per il labor limae con i quali ha vergato versi oramai famosissimi che lo hanno portato ad essere uno dei più grandi poeti di Sardegna”.
“Le tematiche trattate – prosegue Melis – sono certamente molto attuali perché riguardano l’uomo di ogni tempo, con le sue paure ancestrali, i suoi timori, la sua forza e le sue debolezze, i misteri dell’animo e dei sentimenti umani e le difficoltà legate al vivere la vita giorno per giorno. L’amministrazione comunale di Desulo ogni anno investe in cultura e soprattutto crede che il Premio letterario sia un volano per fare decollare le zone interne e perché no, magari un domani potrebbe essere anche il punto di partenza per far smuovere e decollare l’economia della montagna”.
“Un altro obiettivo importante è coinvolgere e stimolare la ricerca storica (soprattutto nei giovani barbaricini) delle proprie radici, della propria identità culturale e sociale. Valorizzare la montagna attraverso la cultura potrebbe essere l’unica grande chiave di volta per aprire le porte del progresso e del benessere nel centro Sardegna. Senza una storia personale, un’identità culturale, una comunità è destinata ad omologarsi e a spegnersi inesorabilmente nel qualunquismo che cancella la storia e le peculiarità tipiche dei piccoli paesi”.
L’obiettivo perseguito dagli organizzatori è quello di “partire dal poeta soprattutto per discutere i problemi del Gennargentu a fronte dell’incalzante progresso portato della modernità che rischia di travolgere anche le zone della Sardegna più restie e conservatrici. Il premio letterario ogni anno è sempre un punto di partenza. Mai un punto d’arrivo. Per discutere i problemi linguistici legati all’uso e all’evoluzione sociale della lingua sarda, soprattutto, l’analisi delle tematiche presenti nei componimenti fornisce argomento di dibattito, decisamente attuali. La poesia è aprire il proprio mondo interiore agli altri ed esplorare gli intricati e contorti meccanismi dei sentimenti, proprio quelli che cantava il Montanaru”.
Conclude Melis: “Per tante ragioni, quindi, il Premio è un evento da tutelare e salvaguardare su cui certamente è utile investire e fornisce certamente lo stimolo ai giovani e meno giovani di mettersi in discussione e ad offrire il prodotto della propria vena creativa agli altri. Un ultimo aspetto importante legato al Premio è la sua utilità nell’attirare l’attenzione di molti intellettuali, i quali non si risparmiano in dibattiti legati ai problemi del presente, alla vita quotidiana e alle prospettive che si presentano in un futuro ormai prossimo”.