GESUINO NEMUS è il nome d’arte col quale lo scrittore di Jerzu Matteo Locci ha firmato il suo primo romanzo La teologia del cinghiale, Editrice Elliot, col quale ha vinto nel maggio del 2016 il premio “Opera Prima” della 54^ edizione del Premio Campiello, uno dei più prestigiosi premi letterari italiani.

“Ventotto lavori, dal contadino all’attore all’operaio all’editor per le case editrici – ha raccontato ancora incredulo a La Nuova Sardegna dopo la vittoria –. Poi è successo che a 55 anni mi sono trovato a piedi, fuori dal mercato del lavoro e mi sono chiesto: cosa so fare? So scrivere, ho questo dono, ho scritto per anni tante cose firmate da altri. E allora ho capito che era il momento di far venire alla luce quel romanzo che avevo scritto, aggiornato e custodito nel cassetto per 47 anni”.

Nelle motivazioni, la giuria presieduta da Ernesto Galli dalla Loggia parla di un “sorprendente esordio”, una “voce ricca di affabulazione di un romanzo saporosamente antropologico in una ambientazione subito presentata come poco normale così come tutti i personaggi” e di “orchestrazione davvero sapente che approda a un finale insospettato e inatteso”.

La teologia del cinghiale è un giallo ambientato in Ogliastra, che parte dagli anni ’60 fino ad abbracciare i giorni nostri. Il romanzo è stato anche finalista del Premio Selezione Bancarella.

Un’ammirevole esperienza letteraria, un’espressione culturale che, partendo da una terra ricca di storia e suggestioni come l’Ogliastra, è approdata nella penisola lasciando il segno.

Per questi motivi la redazione di Sardegna Live ha ritenuto di includere Gesuino Nemus, alias Matteo Locci, nella lista dei candidati al Premio Sardo dell’Anno 2016.

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