Si è tenuta questa mattina alle 11 nell’Auditorium Provinciale di Via Monte Grappa, a Sassari, la presentazione del libro Disabill KillSorridere della disabilità dalla A alla Z, frutto del lavoro dei vignettisti Pietro Vanessi e Tullio Boi.

All’appuntamento, introdotto e presentato dalla speaker Fiammetta Moretti nelle vesti di moderatrice, hanno preso parte centinaia di studenti dell'Istituto superiore cittadino ITG Devilla che sono stati accompagnati dai propri docenti alla scoperta di un mondo, quello dei portatori di handicap, fatto di difficoltà ed ironia, sorrisi ed ostacoli.

Tullio Boi è un noto vignettista satirico e, spesso, “dis-satirico” come ama definirsi lui stesso dal momento in cui la sua satira, non di rado, si fa portavoce della battaglia di sensibilizzazione nei confronti dei problemi legati alle disabilità. Ingegnere per ventiquattro anni, ha dovuto abbandonare l’attività professionale quando la sclerosi multipla da cui era affetto è degenerata costringendolo, dalla carrozzina, a vedere il mondo da un’altra prospettiva.

“Io che ero ingegnere e spesso mi ero cimentato in problematiche ad essa relative” ha spiegato Boi alla platea di dell’auditorium “mi sono reso conto, una volta in carrozzina, di come la legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche spesso non risolva a sufficienza tale problematica. Le leggi, infatti, sono spesso un elenco di misure disattese dalla realtà e talvolta sarebbe opportuno accompagnare alla loro applicazione il buonsenso”.

“Il libro che presentiamo oggi” ha anticipato l’autore “ha l’obiettivo di affrontare, per ogni lettera dell’alfabeto, un argomento relativo alle barriere architettoniche”.

E così, dalla “A” di Autismo e Adattabilità, passando per la “C” di Computer e la “O” di Ostacoli, il libro si chiude con la “Z” di Zen, Zoo e Zavorra in un susseguirsi di esilaranti vignette curate in collaborazione col collega Pietro Vanessi, disegnatore tra i più apprezzati in Italia.

“La prima disabilità è la mancanza di gioia” constata Tullio Boi “è essenziale acquisire indipendenza, sorridere alla vita e non aspettare che la disabilità ci caschi addosso. Naturalmente per noi è fondamentale conservare il rispetto per le questioni affrontate così da non superare il limite tra ironia e mancanza di sensibilità”.

Ospite d’eccezione dell’evento è stato Massimiliano Sechi, 29enne sassarese che ha fatto della sua disabilità (è affetto da focomelìa) uno stimolo che gli ha consentito intraprendere con successo la carriera di motivatore personale.

“Io ho vissuto inizialmente cercando di raggiungere tanti obiettivi perché volevo dimostrare come nonostante la disabilità potessi essere normale. Ma cosa vuol dire essere normale? Chi di noi lo è? Tutti? Nessuno? Siamo bombardati da messaggi che ci fanno credere di dover vestire tutti allo stesso modo, ma chi veramente si preoccupa di capire chi siamo? Il compito della mia Onlus Being the Difference è aiutare i disabili a capire che molte volte sono i disabili stessi a discriminarsi."