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La vicenda di Davide Calvia, il 37enne di Sassari morto in seguito a un presunto naufragio il 12 aprile 2023, continua a rimanere avvolta nel mistero. Non ci sono ancora aggiornamenti, infatti, in merito all'imbarcazione trovata alle 3 del mattino del 31 ottobre scorso a 35 metri di profondità nelle acque di Marritza, non distante dal litorale dove fu ritrovato vivo Giovannino Pinna, il cugino di Calvia, che insieme a lui era rimasto coinvolto nell'incidente in mare aperto. Le ricostruzioni fornite dall'uomo sulle dinamiche dell'incidente non hanno mai convinto i familiari della vittima.
La barca a bordo della quale viaggiavano i due la notte del dramma non è mai stata trovata e, poco meno di un mese fa, le reti di un motopesca salpato da Porto Torres si erano impigliate nei resti di un natante simile a quello andato perduto, suscitando immediate suggestioni. Le autorità si sarebbero attivate per recuperare il semicabinato ma, a quattro settimane di distanza, la famiglia di Davide Calvia non ha ancora ricevuto notizie e la sorella Nadia si lascia andare a un duro sfogo.
«TROPPE DOMANDE, MA NESSUNA RISPOSTA»
«Era il pomeriggio dell'11 aprile 2023 — ricorda Nadia Calvia contattata da Sardegna Live — quando mio fratello, insieme al cugino Giovannino Pinna, decise di andare a pescare. Quella stessa notte Davide avrebbe dovuto far rientro a casa ma, non si sa per quale motivo, comunicò a mia madre che avrebbero dormito a mare».
«Erano le 21:23 quando Davide inviò un ultimo messaggio a una sua amica, più precisamente una foto in cui si vedeva tutto buio e presumibilmente il parabordo di una barca. Ma cosa accadde dopo quell'orario? — si domanda la sorella della vittima — Perché si persero le tracce di Davide?».
«Verso le 16 del giorno successivo, il 12 aprile, Giovannino Pinna lanciò un allarme sos, ma non in maniera diretta ad un numero di emergenza, perché non risulta nessuna chiamata registrata. Troppe domande, ma nessuna risposta. Dopo dieci giorni di ininterrotte ricerche, il corpo di Davide venne ritrovato privo di vita nelle acque di Rasciada, verso Castelsardo».
«GIOVANNINO NON HA MAI RACCONTATO LA VERITÀ»
Nadia Calvia incalza: «Ancora mi chiedo perché Giovannino non ha mai raccontato la verità sull'accaduto. Mi chiedo perché abbia raccontato solo un mucchio di stupidaggini. Da quel maledetto giorno in cui mio fratello uscì di casa a oggi, 26 novembre, son trascorsi ben 595 giorni. Non abbiamo mai trascorso un solo giorno senza sperare, pregare, lottare e cercare giustizia per Davide».
«Il 1° novembre abbiamo appreso la notizia del ritrovamento di un'imbarcazione, distante 3 miglia dalla costa in cui è stato trovato Giovannino. Forse questo ritrovamento potrebbe essere il tassello mancante, forse questa potrebbe essere la svolta per le indagini, ma chi lo sa. Ancora tutto tace. Quest'attesa e questo silenzio non fanno altro che lacerarmi dentro. È un silenzio troppo assordante e ora vogliamo che Davide riposi in pace. Vorrei solo sapere quanto ancora dobbiamo aspettare vivendo con ansia e angoscia, ma soprattutto vogliamo solo la verità su ciò che è accaduto quel giorno".