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Una delle testi principali, tra le due presunte vittime, ha rilasciato questa mattina la sua testimonianza in Aula nel processo per violenza sessuale di gruppo che vede imputati Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria e che riprenderà i prossimi 7 e 8 novembre a Tempio Pausania, sentita dal procuratore Gregorio Capasso, dalle parti civili e dal pool di difesa.
Il 7 e l'8 novembre, ma anche il 13 e 14 dicembre, sarà sentita, invece, l'altra ragazza presunta vittima e principale accusatrice.
"Non eravamo nè sobri nè ubriachi o incapaci di controllarci". E' quanto avrebbe detto la testimone e una delle presunte vittime nell'udienza a Tempio Pausania dove si sta svolgendo il processo per violenza sessuale di gruppo nei confronti di Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Così ha completato la testimonianza di ieri dove la ragazza ha ricostruito i fatti tra il 16 e 17 luglio del 2019 a Porto Cervo. "Ha detto che avevano bevuto ma che erano lucide - ha detto l'avvocata Antonella Cuccureddu del pool di difesa - che nessuno ha tenuto comportamenti che facessero sospettare la non lucidità".
C'è un momento sul quale ci si è soffermati durante la testimonianza, quando la studentessa milanese si è svegliata a fine mattinata, ha trovato l'amica - principale accusatrice dei 4 - sconvolta in un'altra stanza e che le ha detto di essere stata violentata "da tutti". Il racconto, già fatto in sede di istruttoria - come ha spiegato il legale della testimone Vinicio Nardo - è stato ripercorso sia ieri che oggi.
In particolare gli avvocati difensori dei quattro ragazzi si sono soffermati sulla ricostruzione di tutta la serata del 16 luglio, quando prima di entrare nella discoteca Bilionaire il gruppo composto anche delle due amiche ha consumato alcuni drink in un bar nella Promenade di Porto Cervo, Zamira Lounge, per poi continuare a bere anche all'interno della discoteca e una volta tornati nella villetta al Cala di Volpe di proprietà della famiglia Grillo. Il pool della difesa ha fatto ricostruire alla studentessa milanese tutte le varie parti della nottata, ripercorrendo le prime ore del mattino in cui i ragazzi si sono cucinati della pasta prima di andare a dormire. "Sono gli stessi temi affrontati ieri - ha osservato Antonella Cuccureddu, del pool di difesa - ha risposto allo stesso modo: non ha assistito alla violenza non ha sentito alcunché e poi ha detto che non c'erano persone ubriache tra loro: hanno bevuto come in una serata in discoteca, ma sono tornati a casa, hanno mangiato e tutti erano consapevoli di quello che facevano ed erano ludici".
Non vero e proprio pianto ma un sussulto "quando ha raccontato cosa avevano fatto i giornalisti nella sua vita". E' quanto ha riportato l'avvocata del pool di difesa, Antonella Cuccureddu, al termine dell'udienza. "Non vivevo più perché ero terrorizzata dall'idea che mi chiamassero i giornalisti da un momento all'altro - ha detto la legale riportando quanto avrebbe affermato in aula dalla studentessa milanese - vivevo con l'incubo perché addirittura hanno contattato un mio amico".
Uno sconvolgimento della vita che è stato oggetto della testimonianza anche ieri e che avrebbe portato a incrinare il rapporto tra lei e la sua amica - la principale accusatrice dei quattro ragazzi - nel maggio del 2020. "Questa situazione e le notizie di stampa hanno incrinato il rapporto tra le ragazze perché l'ha coinvolta in una questione che credeva non la riguardasse". Quindi avrebbe escluso che la rottura dei rapporti tra le due riguardasse il fatto di non avere compreso da subito la situazione quando l'amica, la mattina dopo, le aveva detto - secondo quanto avrebbe ribadito in aula - di essere stata violentata "da tutti". "Lei (la testimone in aula oggi, ndr) - ha ribadito Cuccureddu che difende i quattro indagati - ha detto che non ha subito alcuna violenza e non ha sentito alcunché, nessuno che urlasse e che chiedesse aiuto".