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Non si è trattato di un pestaggio omofobo ai danni di un ragazzino, ma bensì di un’aggressione violenta (avvenuta tra l’altro mesi fa), nel parco di Bonaria, tra due giovanissimi, finita nel sangue per una ragazzina contesa.
Lo ha confermato la Polizia Postale, chiarendo i fatti davanti ai genitori dei due giovani coinvolti e la vicenda avrà comunque dei risvolti penali: chi ha diffuso quei 16 secondi di pura violenza, lo ha fatto senza celare i volti dei protagonisti e di coloro che intorno a loro (riconoscibili), hanno assistito quasi impietriti alla scena.
Nel frattempo, in tutta questa vicenda balzata alle cronache dei media locali con troppa fretta, attribuendo senza conoscere i fatti e le circostanze vere le botte ad un’aggressione contro un ragazzo gay, è intervenuta anche l’associazione Arc di Cagliari: “Cominciamo dai fatti: c’è un video di 16 secondi che mostra il pestaggio di un ragazzo da parte di un suo coetaneo. Il motivo dell'aggressione sembra essere l'omosessualità della vittima. Il luogo sembra uno dei giardini di Cagliari. Mentre qualcuno filma, intorno nessuno fa nulla per evitare la violenza.
In queste ore, il video è stato ripubblicato in rete, soprattutto sui social, scatenando una serie di commenti e discussioni, non ancora spente, che si stanno spostando fin agli organi di stampa nazionali. Prima che finisca su tutti i giornali grazie a un copia-incolla automatico, senza neanche adeguate informazioni sull'accaduto, noi vorremmo riflettere sulla doppia violenza subita da questo ragazzo. Il primo momento è il pestaggio: brutale, scioccante. Che merita una risposta forte delle istituzioni e della società civile.
Il secondo momento è la viralità del video, suo malgrado, probabilmente anche a insaputa della vittima, senza neanche l'oscuramento del viso, con il corredo di discussioni affrettate che, seppure mosse dalle migliori intenzioni, noi crediamo non difendano né la privatezza né tanto meno il diritto alla riservatezza del giovane picchiato sulla drammatica vicenda.
Noi crediamo che una legge contro l’omo-bi-transfobia debba senz'altro punire severamente la violenza; ma debba anche pianificare una seria prevenzione alla discriminazione, che passa anche dal corretto utilizzo delle reti sociali: perché se le ferite di un pugno possono guarire grazie alle cure e al sostegno delle persone intorno alla vittima, un video virale può durare per sempre e rischia di diventare una ferita eterna. Tutta l'Arc – concludono i responsabili della Onlus cagliaritana - intende esprimere la sua vicinanza al ragazzo vittima di questa violenza: se e quando avrà voglia di farlo, l'associazione lo incontrerà per poterlo abbracciare di persona”.