Ci sono storie che vivono nell’ombra, perché poco conosciute e spesso nascoste da uno strato di indifferenza.

Esistono problematiche capaci di condizionare la vita, di fronte alle quali sembra impossibile scegliere, e a volte perfino reagire. Lo sanno bene quelle madri che quotidianamente affrontano insieme ai propri figli disturbi importanti, costanti compagni della loro crescita, vissuta in un frequente bisogno d'aiuto.

"Non sapendo da dove iniziare - dice Donatella Pes, una mamma che ha scelto di alzare la voce per farsi ascoltare - comincio dalla cosa più intima: mio figlio è muto selettivo".

 

Cos’è il mutismo selettivo?

È l'impossibilità di comunicare attraverso le parole, nonostante non esistano impedimenti fisiologici in tal senso. Mi spiego meglio: si tratta di un disturbo d'ansia che impedisce al bambino di parlare, non di un reale impedimento fisico. Un problema poco conosciuto ma molto diffuso, che si manifesta principalmente nei bambini di età scolare (materna, scuola primaria) ma che spesso si trascina fino all’adolescenza o in tarda età, se non viene riconosciuto ed affrontato nel modo più opportuno.

 

Come si manifesta?

Ci sono bambini e anche ragazzi che hanno un ottimo quoziente intellettivo e che nei contesti in cui si sentono protetti - come a casa o in famiglia - giocano, chiacchierano, vivono con gioia e serenità e non danno segnali che preoccupano, mentre in ambito sociale - come a scuola o in situazioni esterne - manifestano una fortissima ansia e diventano muti, si sentono proprio impossibilitati a parlare anche se vorrebbero farlo. A questo mutismo si associano altre manifestazioni fisiche di disagio come l'immobilità, l'impossibilità di sostenere lo sguardo dell'interlocutore, l'uso di gesti per indicare o comunicare.

 

Il mutismo selettivo è un fenomeno diffuso in Sardegna?

Sì, conosciamo tantissimi casi ma sono pochissimi i professionisti (psicologi, educatori, insegnanti) che sanno riconoscere il disturbo che spesso viene erroneamente scambiato per autismo oppure associato ad altri disturbi dello spettro autistico o semplicemente si attribuiscono certi comportamenti ad una fortissima timidezza. Come nel caso delle malattie rare, purtroppo, anche in questo caso c’è poca casistica: nessuno è incentivato a studiare ed approfondire il problema, impegnarsi e parlarne. Il mutismo selettivo apparentemente non fa numero e quindi non è fonte di business.

 

Come  reagisce un genitore ad una situazione di questo tipo?

Io ho provato sulla mia pelle il dolore e l'isolamento che vivono le famiglie che affrontano questo problema, finora troppo sottovalutato e ignorato, soprattutto nella nostra terra, ed è per questo che sono entrata a far parte dell'A.I.Mu.Se onlus (Associazione Italiana Mutismo Selettivo), un’Associazione di volontariato che si occupa di diffondere la conoscenza di questo disturbo. Attualmente sono Referente di questa Associazione per la Regione Sardegna e il mio sogno è quello di poter divulgare e sensibilizzare, anche attraverso i media, la conoscenza di questo disturbo e di quanto AiMuSe faccia per renderlo riconoscibile e fornire gli strumenti ed i contatti necessari ad affrontarlo.

 

Quali scopi si pone l’Associazione di cui fai parte?