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Per due milioni di anni l'uomo ha realizzato i suoi acquisti attraverso lo strumento del baratto.
Ancora oggi pare esista qualche sperduta località nel mondo, nella quale parrebbe che i suoi abitanti vivano comunque assai sereni, utilizzando un cosi antico strumento di scambio. Io ti do una coscia di agnello e tu mi consegni 2 Kg di patate. In cambio di un bel pollastrello mi vedo assegnare 10 Kwh di “sonante” energia elettrica.
Sarei curioso di sapere come fanno le mignotte del posto ad acquistare qualcosa da un eventuale fornitore coniugato. In teoria quest'ultimo non è libero di accettare la contropartita proposta dalla gentil donna, rendendo ordunque un simil servizio complicato da assolvere. Mah!! Misteri della cultura locale. La quale, magari, prevede in quei casi un'autorizzazione ad hoc, con tanto di sigillo da parte della consorte!!
Secondo alcune fonti, dopo i primi rudimentali tentativi di trovare uno strumento di scambio, realizzati attraverso il sale oppure le corna di bue, i primi ad utilizzare il denaro sonante furono i greci. Per altre, furono invece i turchi di re Aliatte II, a far coniare le prime monete di stato. Successivamente anche altri sovrani fiutarono l'affare e inaugurarono le prime zecche, esigendo in tal modo il “signoraggio”. Una tassa, quest'ultima, che veniva calcolata considerando la differenza tra il vero valore del metallo e quello nominale della moneta.
Da li il passo è stato breve (si fa per dire..), perché solo dopo 2500 anni arrivarono carta di credito e successivamente bancomat. Le prime carte, circolanti negli anni '50, si chiamavano Diners'club e servivano solo per fare il “figo” al ristorante. Proprio quest'anno invece è stato reso obbligatorio il POS per tutti i pagamenti oltre i 30 euro, cosi che anche le solite mignotte dovranno adeguarsi, magari adottandone un modello “stile erotico”, prodotto appositamente. Ma a parte quello più vecchio del mondo, oggi a soffrire sono anche tutti gli altri mestieri, considerando che il “signoraggio” di tipo moderno è ancora più intrusivo di quello antico.
Negli anni 80 già si parlava di moneta unica per la Comunità Europea, mentre dopo il trattato di Maastricht del 1992, l'odore dell'euro ci veniva fatto respirare quotidianamente quasi dovesse arrivare un nuovo profeta a salvarci dal peccato originale. In quegli anni ero poco più che ventenne e accendendo la televisione vedevo dei personaggi che ci prospettavano maggiore libertà e benessere per tutti, non appena la moneta unica avesse fatto il suo ingresso. Dieci anni dopo Maastricht, accompagnandoli da grandi suoni di fanfare, ci misero gli euro in tasca...
E noi entrammo dentro il tunnel! La Germania in quel momento attraversava una importante crisi economica tanto che chiese ed ottenne di non dover rispettare i parametri imposti dal trattato. Ma la svolta avvenne qualche anno dopo, quando, passata la crisi tedesca, i sudditi merkeliani iniziarono a pretendere sempre più austerità e tagli alla spesa pubblica dagli altri paesi membri dell'Unione Europea. L'intento degli economisti tedeschi era quello di favorire le loro esportazioni, che essendo costituite in gran parte da beni di media-alta qualità, necessitavano secondo le teorie Keynesiane, di una moneta forte. Infatti, secondo le teorie del padre dello stato sociale, per riuscire a vendere i beni di lusso, cosiddetti di status, il prezzo deve essere alto.
Il ricco infatti, “fighetto o meno”, pretende l'esclusiva di ciò che compra. Se alloggia in albergo, non sopporta di soggiornare nella stanza a fianco dell'operaio. Preferisce pagare un servizio alberghiero dieci volte superiore, pur di vedersi circondato da personaggi del suo stesso rango. Il comparto dell'auto è, come altrove, un settore trainante dell'economia tedesca. Audi, BMW, Mercedes, Porsche, oltre Wolkswagen e oggi anche Lamborghini sono solo alcuni dei marchi tedeschi che producono beni, non certo alla portata di tutti. I cinesi, nuovi ricchi del mondo, fanno a gara per accaparrarseli, cosi che il mercato dell'ex impero celeste rappresenta una immensa fonte di guadagno per l