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«Per le Elezioni Regionali del 24 febbraio sono candidato nella circoscrizione di Sassari nella lista SARDI LIBERI, con Mauro Pili presidente. Credo che molti sappiano che il mio impegno politico in difesa del popolo sardo data dal 1975. Nel novembre 1976 fondai il F.I.S. (frùntene pro s’indhipendentzia de sa Sardinnia), da pochi mesi dopo le mie numerose vicissitudini politiche e familiari il F.I.S. ha ripreso la sua attività».
Lo si legge in un comunicato di Bainzu Piliu, Il padre nobile dell’indipendentismo sardo, candidato consigliere nel collegio di Sassari.
«Obiettivo strategico – scrive Piliu – della rinata formazione resta il raggiungimento della indipendenza della Sardegna. Tempi e modi dell’operazione saranno dettati dalla situazione storica e quindi sono difficilmente prevedibili. Non ci si aspetta un percorso agevole, ma si è preparati spiritualmente ad affrontare le innumerevoli difficoltà che si presenteranno. Il F.I.S. agirà in modo da ridurre al minimo, o evitare del tutto, ogni manifestazione di violenza e di intolleranza, anche verbale, nei confronti degli stranieri, italiani e non, e così nei confronti di chi non condividesse le idee del Fronte. Essendo una formazione plurale per quanto riguarda l’ideologia sociale, esso in primo luogo si dedicherà alla soluzione del problema nazionale, pertanto è fuori dal suo orizzonte l’idea del partito unico, qualsiasi colore questo possa avere».
«Ma noi Sardi – specifica il fondatore di F.I.S – oggi dobbiamo affrontare numerosi problemi contingenti e dai quali non si può prescindere: disoccupazione, spopolamento, sviluppo dell’economia, sanità, trasporti, agricoltura, pastorizia e molto altro ancora. Dobbiamo tenere a mente le opportunità che già ci offre lo Statuto Regionale che all’articolo 12 dice: “Saranno istituiti nella Regione punti franchi”. Con il decreto legislativo 10 marzo 1998, n.75 se ne prevedeva l’istituzione in sei porti strategicamente individuati (Cagliari, Portoscuso, Oristano, Portotorres, Olbia e Arbatax) mentre non era attuabile, e non lo è neppure adesso, la zona franca integrale al consumo nell’intera Sardegna».
«Purtroppo la nostra classe politica – aggiunge – non fu all’altezza della situazione e lasciò perdere questa occasione. Ancora, dovendosi confrontare con i mercati la Sardegna abbisogna di una economia molto diversificata rispetto a quella attuale: economia e cultura dovranno essere abbinate e rafforzarsi a vicenda, bisogna essere nel mondo con idee nuove, nuovi ritrovati, mentre le produzioni tradizionali dovranno essere ottimizzate e portate al massimo livello qualitativo, con investimenti mirati sul piano dell’istruzione e della ricerca. Istruzione significa fra l’altro che dobbiamo assolutamente riprendere a batterci per il recupero della nostra lingua e per il mantenimento delle tradizioni: tradizione e sviluppo sono conciliabili e non vi è alcun motivo per indossare un abito culurale straniero».
«Sul tema del turismo il F.I.S. – prosegue Piliu – ritiene più oppportuno favorire il turismo di élite (culturale, sanitario, congressuale, eccetera) piuttosto che quello di massa, per contenere gli inevitabili danni ambientali assai difficili da tenere sotto controllo. La Sardegna che noi auspichiamo dovrà essere altamente competitiva in tutti i settori trainanti dell’economia e avere una società equilibrata nella quale sanità e istruzione siano garantite a tutti i cittadini, e soprattutto alle categorie deboli, incoraggiando allo stesso tempo coloro che mostrino di possedere capacità imprenditoriali».
«Qualora dovessi essere eletto – ma anche in caso contrario – conclude – io proseguirò nel cammino indicato con l’impegno di cercare e favorire in ogni modo la convergenza di singoli e gruppi interessati al benessere del nostro popolo e al suo diritto di essere l’unico soggetto padrone del territorio dell’Isola».